Le conclusioni della riunione dei Ministri dell’Interno dell’Ue sulla crisi afghana sono davvero sconcertanti: «Vogliamo accogliere gli afghani, ma non in Europa, a casa d’altri», come ha giustamente titolato il manifesto. I governi europei, le forze democratiche, si sono arresi miserevolmente alla dottrina razzista degli Orban, dei Salvini, della Meloni.
Pakistan, Iran e altri Paesi che già ospitano milioni di afghani, dovrebbero, secondo questi politici, continuare a accogliere i profughi, con il nostro «generoso e interessato aiuto».

OLTRE AI FASCISTI e ai razzisti di tutta Europa, a festeggiare saranno i trafficanti dato che per raggiungere l’Ue l’unica possibilità sarà affidarsi a loro. Gli Stati hanno deciso di non occuparsi di garantire una via legale e sicura. E pazienza se aumenteranno le stragi, gli affari sporchi connessi all’attraversamento delle frontiere, le violenze. Quel che conta è la sicurezza europea. Si cancellano così una tradizione giuridica e gli obblighi internazionali e costituzionali, che prevedono che chiunque possa arrivare alle nostre frontiere e chiedere asilo. Questa è oggi l’Europa. Purtroppo non vediamo battaglie politiche condotte da chi ci si aspetterebbe, le forze di sinistra e socialiste d esempio, che cedono anch’esse alla realpolitik, per cinismo e mancanza di coraggio.

LA RIUNIONE dei Ministri degli Interni si è rivelata ancora una volta una farsa. La Commissaria Johansson, socialdemocratica svedese, nella conferenza stampa finale ha sostenuto che l’accesso al diritto d’asilo è garantito nell’Ue, ma ha taciuto sulle difficoltà degli afghani a raggiungere le nostre frontiere e sui respingimenti che si continuano a fare in molti Paesi Ue e sui muri che proliferano alle nostre frontiere.

I governi europei dopo la chiusura delle evacuazioni operate dalle forze armate presenti a Kabul, avrebbero dovuto concordare un piano comune, che invece non c’è, per trasferire in sicurezza chi fugge dai talebani e vuole arrivare in Europa. Durante il summit europeo è stato detto che se l’Ue indicasse un numero di persone che possono essere accolte con trasferimenti sicuri e legali, questo rappresenterebbe un fattore di attrazione producendo l’arrivo di decine di migliaia di persone. Un ragionamento davvero singolare: se decide l’Ue quanti accoglierne, organizzando i trasferimenti, come potrebbe questo rappresentare un incentivo per arrivi incontrollati?

Inoltre, nel summit, viene citato come esempio quello dell’accordo con la Turchia. Nonostante l’esperienza terribile di esternalizzazione delle frontiere abbia prodotto un rafforzamento dell’egemonia di Erdogan in quell’area geografica, spingendolo ad allargare la sua sfera di interesse anche al Mediterraneo centrale, e consentendogli di chiudere la bocca, indisturbato, agli oppositori interni, i governi Ue intendono riproporre quella scelta, rafforzandola.

LA SCELTA di esternalizzazione è anche supportata dall’ipotesi di mandare l’unico esercito europeo esistente, quello dell’agenzia Frontex, in aiuto dei Paesi di transito nella gestione delle frontiere. Insomma, è come se dicessero: «Grande solidarietà con chi ci ha aiutato, con le studentesse, con giornalisti e militanti per i diritti umani, con artisti e collaboratori, ma per favore non venite a casa nostra».
Mentre Salvini e Meloni, contendendosi il primato in materia di razzismo e guerra allo straniero, sparano alzo zero sulla ministra Lamorgese, rea di non usare parole al veleno contro gli stranieri, i governi europei procedono nella direzione indicata da questi due campioni della democrazia e dai loro alleati.

CI ASPETTEREMMO che le forze politiche dell’ex Conte2, almeno quelle di sinistra, facessero una battaglia, con la stessa determinazione della destra, sull’attivazione della Direttiva 55/2001, più volte spiegata e richiamata sulle pagine di questo giornale, chiedendo a Draghi e all’Ue di programmare arrivi sicuri in numero adeguato dall’Afghanistan e dai Paesi confinanti, predisponendo un piano d’accoglienza dotato di risorse europee, anche contro la volontà dei sovranisti e degli euroscettici.

Ma dopo questo ennesimo vertice è evidente che la scelta vigliacca e razzista di chiudere le porte a chi fugge da violenze e persecuzioni è condivisa da quasi tutti, certo da chi governa e ha responsabilità istituzionali.
L’appello di Mattarella da Ventotene è caduto nel vuoto, segnando la distanza oramai incolmabile tra l’Europa nata dal dopo guerra e dai valori che in quella fase erano patrimonio comune, e l’Europa egoista e cinica di oggi.