Il primo provvedimento in scadenza e dunque la prima prova della nuova maggioranza tiene i deputati e le deputate delle commissioni affari costituzionali e bilancio al lavoro fino alla tarda sera di sabato. Partenza difficile, con Forza Italia che al mattino propone di far saltare tutte le modifiche sulla quali si era raggiunto un accordo, poi la votazione degli emendamenti al decreto milleproroghe può partire. E arrivano importanti novità.

Spostato al 30 settembre il termine per l’approvazione del Piano per la transizione energetica sostenibile nelle aree idonee alla ricerca e coltivazione degli idrocarburi, in pratica viene prolungato il divieto di trivellazioni. Proroga anche per il bonus vacanze e proroga fino al 2023 del passaggio al mercato libero dell’energia e gas. Più tempo ai comuni per esprimere le loro valutazioni sulla mappe delle aree di deposito delle scorie nucleari. Proroga al 15 giugno dell’anno accademico per andare incontro agli studenti penalizzati dalle chiusure per Covid. Sugli sfratti la maggiore tensione, perché Forza Italia puntava a limitare la proroga del divieto così come richiesto da Confedilizia. L’intervento del ministro D’Incà ha fermato tutto, rinviando a un ordine del giorno. Così come a un ordine del giorno è rinviata la questione delle norme per la cessione di Alitalia posta da un emendamento di Fassina (Leu). Passa l’emendamento che consente di destinare al sostegno al reddito dei lavoratori dello spettacolo le risorse del Fus che negli ultimi mesi non è stato possibile utilizzare a causa della pandemia.
Importanti gli emendamenti approvati in materia di editoria. Presentati da tutti i gruppi, cinque stelle esclusi, due serie di emendamenti approvati rinviano di due anni il taglio al fondo per il pluralismo che sostiene l’editoria non profit e in cooperativa (ne beneficia anche questo giornale). Il taglio era stato introdotto dalla finanziaria 2019 del governo Lega-M5S ed è sospeso in attesa di una riforma organica del settore. Approvato anche un emendamento che stanzia due milioni per il rinnovo delle convenzione con Radio radicale.

Gli emendamenti editoria sono stati approvati all’unanimità. «Pluralismo informativo e libertà di stampa, una bella pagina per maggioranza e opposizione insieme», twitta Filippo Sensi (Pd). «Sono molto soddisfatto, per tanto tempo si è soffiato sull’idea che ci fosse una stampa cattiva e vecchia e un web sempre buono. Invece mai come in questa situazione di pandemia è balzato agli occhi come sia importante avere alle spalle una struttura giornalistica in grado di valutare e scegliere», dice Paolo Lattanzio (Pd). «Siamo riusciti a dare sostegno alle molte testate (soprattutto locali) che di fronte a bilanci falcidiati dalla pandemia non potevano vedersi ridotto il contributo pubblico», aggiunge Di Maio (Iv). Mentre per Capitanio (Lega) «a differenza di altri dimostriamo di tendere una mano anche a chi spesso ha duramente criticato la Lega perché per noi prima di tutto vengono la libertà e il lavoro». Il decreto Milleproroghe arriva domani nell’aula di Montecitorio. Poi di corsa al senato, decade il 1 marzo