Fare sembrare facile ciò che è difficile e viceversa. Questo uno dei segreti del genio. Gli undici minuti di Tide Of Hyacinth con cui il trombettista Ambrose Akinmusire apre il suo sesto album On The Tender Spot Of Every Calloused Moment osservano il precetto e fanno molto di più. Intanto il tempo: seguirne la scansione è come attraversare di corsa un fiume saltando su blocchi di ghiaccio alla deriva. Poi la successione degli eventi: aggrovigliati, virtuosistici, enigmatici.

LA FORMAZIONE del disco è il quartetto con il quale il musicista californiano suona da una decina d’anni con il pianista Sam Harris, il contrabbassista Harish Ravaghan e il batterista Justin Brown. Il cuore del lavoro è una riflessione e rielaborazione del Blues inteso più come attitudine che come forma. Un Blues contemporaneo, struggente e rabbioso. Inevitabili i riferimenti alla situazione politica e alla questione della discriminazione razziale che aleggiano ovunque in particolare nel dolente finale Hooded Procession con il leader a suonare solo il Rhodes.
Akinmusire racconta di aver assistito al suo primo concerto jazz con l’Art Ensemble of Chicago. Qui paga il suo tributo a Roscoe Mitchell in Roscoe ma anche a Lester Bowie (le deambulazioni solitarie di Reset e le note strozzate di Blues) e in generale alle avanguardie post free e post-tutto sintetizzando e rilanciando in avanti una musica che non è mai stata così deliziosamente sfuggente. Il trombettista suona magnificamente, estraendo da ogni nota una infinità di sfumature. Basti ascoltare cosa fa in Yesss, una ballata che stabilisce un nuovo canone estetico. Un disco destinato a rimanere. La consacrazione di un nuovo maestro.