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Rischiano di morire migliaia di animali a bordo delle navi in attesa che sia rimosso il blocco del canale di Suez mentre ogni giorno si accumulano danni commerciali per centinaia di milioni di dollari. Anche per l’export italiano avverte la Coldiretti. Fino a ieri sera però la Ever Given, una gigantesca portacontainer lunga 400 metri e larga 60, era sempre ferma, nella stessa nella posizione, tra le due sponde del canale, assunta martedì mattina per un errore umano e raffiche di vento. «È difficile dare una scadenza temporale precisa per la soluzione di questa crisi, stiamo lavorando senza sosta per risolverla», ribadisce sconsolato Osama Rabae a capo dell’Autorità egiziana del Canale di Suez. Tutti i tentativi di trainare la nave con 14 rimorchiatori sono andati a vuoto. La poppa aveva cominciato a muoversi ma il forte vento ha costretto a sospendere le operazioni. Ora si pensa di scaricare una parte dei container per rendere la Ever Given più leggera e manovrabile. E si spera che le maree si rivelino un fattore di aiuto nel rimettere a galla la nave. Non è escluso che intervenga la US Navy. Intanto sono salite a 321 le navi ancorate nelle aree di attesa del canale. Alcune giunte dall’Oriente avrebbero fatto rotta verso il Capo di Buona Speranza. Un giro intorno all’Africa che significa almeno otto giorni in più di navigazione per raggiungere le coste europee.

L’Egitto, oltre al blocco di Suez, è stato segnato in questi ultimi giorni da disastri costati la vita a decine di persone. È di almeno otto morti il bilancio del crollo ieri al Cairo di un palazzo di dieci piani. Giovedì una collisione tra due treni nel governatorato di Sohag aveva ucciso 32 passeggeri.