Nell’ultima settimana si è registrata una piccola ma significativa inversione di tendenza nel numero di nuove vaccinazioni. Le prime dosi somministrate più le vaccinazioni in persone che avevano già avuto il Covid sono state in media 24 mila al giorno circa, contro le circa 18 mila della settimana precedente.

L’AUMENTO su base settimanale è di circa il 31%. Sono cifre in assoluto ancora piuttosto basse, per una campagna che ha sfiorato il mezzo milione di prime dosi nello scorso giugno, quando gran parte della popolazione italiana era ancora da vaccinare. Ma è forse il segno che gli ultimi provvedimenti del governo stiano erodendo la fascia di esitanti che ancora non si erano affacciati agli hub, insieme ai dati dei contagi in crescita.

Le variazioni non sono uniformi per area geografica. In Liguria, ad esempio, l’aumento di prime dosi da una settimana all’altra è del 64%. Aumenti superiori al 40% si registrano anche in Marche, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto. All’opposto, la Val d’Aosta vede invece calare le nuove vaccinazioni (-8%) mentre l’aumento si ferma all’11% in Campania e al 19% in Puglia, dove però è già stata raggiunta una delle coperture più elevate d’Italia, l’87%. L’effetto green pass appare debole anche in Sicilia, dove la copertura vaccinale è ferma al 77% e le nuove prime dosi sono salite solo del 22%.

LA FASCIA DEI PIÙ GIOVANI, tra i 12 e i 19 anni di età, è quella in cui le nuove dosi crescono di più. Nell’ultima settimana le prime dosi in questa categoria sono aumentate del 49% e costituiscono da sole il 36% delle dosi addizionali somministrate. L’aumento potrebbe essere dovuto a una combinazione di cause. Innanzitutto, è la fascia di età con meno vaccinati, con circa il 71% della platea raggiunta da almeno una dose. È prevedibile, dunque, che sia quella in cui la percentuale di famiglie esitanti, ma suscettibili di cambiare idea, sia più rilevante.

INOLTRE, È LA CATEGORIA in cui il contagio si diffonde più velocemente e anche questo fattore potrebbe aver indotto ragazzi e genitori a cambiare idea. Secondo l’ultimo rapporto Iss, l’incidenza tra gli adolescenti è pari a 165 nuovi casi settimanali ogni 100 mila abitanti, contro una media nazionale pari a 112. Infine, è il gruppo sociale più colpito dai decreti del governo e dalle circolari del ministero della salute. Senza vaccinazione, infatti, diventerà impossibile frequentare discoteche, feste, stadi anche per i minorenni non vaccinati. In più, l’ultimo protocollo approvato dal ministero della salute per lo svolgimento delle attività scolastiche prevede differenze tra alunni vaccinati e non: questi ultimi, infatti, attualmente sono obbligati alla didattica a distanza se in una classe sono rilevati due casi positivi, mentre il resto della classe potrà continuare a frequentare la scuola.

IL TRAINO della popolazione scolastica sulle prime dosi è particolarmente forte nel nord-ovest tranne in Val d’Aosta, dove le vaccinazioni degli alunni sono cresciute solo del 9%. In Liguria, l’aumento nella fascia 12-19 anni è del 113% e in Piemonte del 91%. Anche Marche, Lazio e Veneto fanno segnare aumenti superiori al 70% nelle vaccinazioni scolastiche.

Al sud, al contrario, le nuove dosi tra gli adolescenti crescono di percentuali inferiori al 25%. Non è un problema in regioni come Molise, Sardegna, Basilicata o Puglia, che hanno già raggiunto la copertura vaccinale più alta d’Italia in questa fascia. Diversa la situazione di Calabria, Campania e Sicilia, dove la popolazione scolastica vaccinata è tra le più basse di Italia – circa il 70% contro una media nazionale del 76%. Si tratta anche delle regioni con gli indici di povertà educativa più elevati d’Italia, secondo le mappe dell’osservatorio #conibambini della Fondazione OpenPolis e che hanno maggiormente sofferto per il ricorso alla didattica a distanza durante la pandemia. Le ultime circolari del ministero puntano a diminuire il rischio di ricorrervi anche quest’anno, ma hanno l’effetto collaterale di aumentare il divario nord-sud. Nel meridione, infatti, il rischio di tornare in didattica a distanza è alzato sia dal maggior numero di alunni non vaccinati che dalla maggiore probabilità di insorgenza di focolai scolastici.