Il treno della memoria per Auschwitz? «È di parte». Così il sindaco di Predappio Roberto Canali che, per quest’anno, ha deciso di tagliare i fondi per la partecipazione degli studenti del paese romagnolo al viaggio di studio nel campo di concentramento nazista in Polonia.

La denuncia arriva dall’associazione Generazioni in Comune, e il sindaco (di destra) non smentisce, anzi rilancia: «La conoscenza della storia di parte non può essere finanziata con i soldi pubblici. Non siamo contrari al Treno della memoria o al far conoscere i campi di sterminio nazisti, ma al fatto che questo treno vada in un’unica direzione, cioè solo verso Auschwitz». E su questo, in un certo senso, non c’è dubbio: fino a qualcosa meno di ottant’anni fa i convogli che partivano verso il campo non tornavano mai indietro. Sul fatto che il sindaco non si sia accorto dell’infelice gaffe sulla direzione dei treni, ad ogni modo, c’è da scommetterci.

Canali, da par suo, vorrebbe che i treni della memoria andassero «in tutte le direzioni», fermandosi anche «presso altri luoghi di oppressione del Novecento, come per esempio il Muro di Berlino o le Foibe».

In sé, comunque, il danno inflitto al progetto da parte del sindaco di Predappio non è granché – 370 euro, pari alla quota di partecipazione di un ragazzo su due, visto che l’altra parte ce la mette l’Anpi – ma a livello simbolico il quadro che ne esce è inquietante. È la relatività del male: le parole del sindaco di Predappio testimoniano che ormai vacilla anche l’ultimo tabù, ovvero il nazismo, ormai normalizzato, messo sullo stesso piano di troppe altre cose che non c’entrano nulla, svuotato di senso e di proporzioni. Dire che bisogna ricordare tutto perché in realtà non si ricordi più niente.

Intanto, nello sfacelo, una buona notizia c’è pure: è già partita la gara di solidarietà per recuperare la quota mancante per l’adesione al progetto: il deputato del Pd Emanuele Fiano si è già detto disponibile a pagare lui, così come hanno dichiarato di voler fare anche i consiglieri regionali pentastellati Andrea Bertani e Raffaella Sensoli. L’Anpi di Forlì ha fatto sapere che ci sarebbero pure tanti cittadini che vorrebbero contribuire. Da Roma, infine, la sindaca Virginia Raggi ha condannato il gesto del suo collega Canali e ha invitato i ragazzi di Predappio al prossimo viaggio della memoria organizzato dal suo comune.

«Che pena, è il frutto avvelenato prodotto da questa destra che condanna l’antisemitismo solo a parole – questo il commento a mezzo Facebook del segretario Pd Nicola Zingaretti -. Io, da amministratore, ho organizzato più di dieci viaggi della Memoria con più di seimila studenti e prepariamo il prossimo Viaggio di aprile per più di cinquecento ragazze e ragazzi. Un progetto che continueremo a portare avanti, con ancora più decisione».

Duro anche il governatore emiliano Stefano Bonaccini: «In un paese dove la senatrice Segre è costretta a muoversi sotto scorta a causa delle minacce ricevute e un sindaco, a Predappio, nega i fondi per il viaggio della memoria ad Auschwitz a due studenti giudicandola una iniziativa di parte, dall’Emilia Romagna vogliamo dare un segnale forte e chiaro, con un obiettivo solo: far partire ancora più studenti, ragazzi e ragazze».

Il vicesindaco del paese romagnolo, Luca Lambruschi, di tutta risposta, ha pure trovato la faccia tosta e le parole per rilanciare: «Crediamo di essere liberi di fare le nostre scelte amministrative, ribadiamo che abbiamo deciso di destinare risorse per altri progetti e non ce ne vergogniamo».

E questa è l’aria che tira a Predappio, cittadina che ormai da diversi anni è divenuta capitale dei nostalgici del ventennio fascista. Qui ci sono le spoglie di Benito Mussolini, qui la vecchia amministrazione di centrosinistra voleva addirittura realizzare un museo del fascio. Qui ogni anni, per l’anniversario della Marcia su Roma, migliaia di neofascisti si radunano e sfilano indisturbati in corteo. E se fino a poco tempo fa si trattava solo di pochi vecchi arnesi e qualche brutto ceffo con la fissa della camicia nera e del fez, ultimamente sempre più spesso vengono a sfilare anche esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia. I pezzi fondamentali della coalizione che, sondaggi alla mano, alla fine di gennaio potrebbero vincere le elezioni regionali e conquistare tutta l’Emilia Romagna.