Non solo Caserta per Luigi Di Maio, ieri. Prima tappa la mattina nella sua città, Pomigliano d’Arco, per un incontro all’istituto tecnico Bersanti. Fuori però c’erano 200 studenti più esponenti del Si Cobas a protestare contro il governo. Nella parrocchia di San Felice in Pincis, grazie alla mediazione di don Peppino Gambardella, Di Maio ha incontrato i 5 licenziati Fca, che l’hanno duramente contestato: «Siamo operai e vogliamo lavorare, non il reddito di cittadinanza – ha spiegato Mimmo Mignano -. Gli abbiamo detto di non fare promesse che non può mantenere. È venuto a Pomigliano a parlare con gli studenti, studenti che vengono mandati a fare gratis l’alternanza scuola lavoro alla Fca quando ci sono i lavoratori in cassa integrazione».

In parrocchia Di Maio ha incontrato anche i disoccupati 7 novembre, che hanno chiesto un intervento perché negli appalti pubblici vengano impiegati i disoccupati della regione.

Seconda tappa a Napoli per il vicepremier 5Stelle, appuntamento in tribunale con l’ordine degli avvocati e seconda manifestazione di protesta: corteo di Usb, consorzi di bacino, ex Lsu e operatori socio sanitari, oltre ai disoccupati che hanno partecipato ai bandi per i lavori di pubblica utilità. Anche questo gruppo ha incontrato Di Maio: «Abbiamo aperto un canale di comunicazione – hanno spiegato -, l’abbiamo fatto anche con la ministra per il Sud, Lezzi. Ma abbiamo anche chiarito al vicepremier che il decreto sicurezza colpisce le lotte sociali, quelle che spesso hanno fatto scoperchiare scandali e che ci sono costate denunce».

A Caserta la contestazione più forte durante il consiglio dei ministri. In piazza l’Usb e l’ex Opg Je so’ Pazzo di Napoli. Nutrita la pattuglia dei comitati «Stop biocidio» che hanno contestato Salvini e il governo: «Siamo stanchi di piangere i nostri morti a causa dei rifiuti. Vogliamo certezza su fondi e bonifiche».