Tampone alla partenza e, al rientro, quarantena di 5 giorni (14 giorni per il ritorno da fuori Ue) più tampone finale: è l’iter da seguire per chi decide di varcare i confini nazionali durante le vacanze pasquali, anche se si sposta all’interno dei confini Ue. La misura è stata inserita nell’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e sarà in vigore fino al 6 aprile. All’arrivo si dovrà comunicare «il proprio ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria competente per territorio» e poi seguire la trafila indicata «fatti salvi motivi di necessità e urgenza».

Il provvedimento era stata preceduto dalle polemiche sul blocco degli spostamenti entro i confini nazionali quando, invece, è possibile andare in vacanza all’estero, penalizzando così il comparto turistico nazionale. Lunedì sera il governo aveva annunciato «una riflessione sul tema». Alla notizia dell’ordinanza, ieri, le polemiche sono proseguite comunque così, nel pomeriggio, è arrivata la precisazione: «L’ordinanza è stata concordata con il premier Draghi. La misura vuole essere un forte deterrente alle partenze».

Confindustria Viaggi: «Sono 10 mesi che chiediamo l’apertura di un corridoio turistico e, ora che ne abbiamo uno, si fa di tutto per far abortire l’operazione». E Confturismo Confcommercio: «Non serve fare la lotta tra hotel, agenzie di viaggio e tour operator. Siamo tutti nella stessa barca, che sta affondando. Non sono quei quattro soldi di ristori che ci possono salvare. Abbiamo bisogno di aperture dall’estero, il turismo è un sistema biunivoco».

A protestare contro il ministero è stata anche l’ala destra della stessa maggioranza. «Vorrei che Speranza, già ministro della sanità nel governo Conte, spiegasse il disastro Italia e il ritardo sui vaccini – l’attacco di Michaela Biancofiore, parlamentare forzista – ma, soprattutto, auspicherei che non continuasse a prendere in giro gli operatori economici e in particolare quelli turistici. La toppa è peggio del buco». Draghi, che si è vaccinato a Roma con la moglie, per ora si fa garante della linea della prudenza.

Alle commissioni riunite Affari sociali delle Camere ci sono state ieri le audizioni del commissario Figliuolo e del capo della Protezione civile Curcio: l’obiettivo è immunizzare l’80% della popolazione entro il 30 settembre, hanno spiegato. Ad aprile si prevedono forniture per 8 milioni di dosi, 400 mila del monodose Johnson&Johnson. E sullo Sputnik, che Campania e Veneto vorrebbero procurarsi in proprio, Figliuolo ha messo in chiaro: «Se lo compra una regione, ammesso che possa farlo, lo deve distribuire in egual misura con le altre».