L’ennesimo operaio morto sui binari. A soli cinque mesi dalla strage di Brandizzo, la calce bianca torna a ricoprire le traversine di una linea ferroviaria.

È stata messa dopo che è stato rimosso il corpo di Joao Rolando Lima Martins, nato in Portogallo, 51 anni, operaio di una ditta – come sempre avviene in questa inarrestabile scia di sangue – in appalto che stava lavorando su un traliccio dell’alta tensione per conto di Terna.

È successo a mezzanotte fra lunedì e martedì a Chiari, in provincia di Brescia: Joao è stato travolto dal treno alta velocità Italo fra Bergamo e Napoli.

Il giorno dopo sui binari sono rimasti l’orologio e il cellulare della vittima, distrutti dal tremendo impatto.

Gli inquirenti hanno già ascoltato il macchinista del treno e i colleghi dell’uomo che con lui avrebbero dovuto lavorare. Erano stati infatti programmati da Terna i lavori di tesatura dei conduttori su una linea della rete elettrica in costruzione lungo la linea Milano-Brescia nella tratta tra Calcio e Chiari.

LE DUE AZIENDE APPALTANTI hanno già emesso il loro verdetto. «L’evento è avvenuto prima dell’orario stabilito di avvio delle attività pianificate con fermo treni», fa sapere Terna, mentre Rfi precisa: «È stato investito da un treno mentre si trovava indebitamente su un binario ferroviario». Che dà la colpa anche alla nebbia – come se in una situazione del genere i lavoratori non prestassero ancora più cautela – e al rumore delle fotoelettriche che avrebbe coperto il rumore del treno in arrivo.

Per fortuna sarà la magistratura a dover accertare le responsabilità. E se finisse come a Brandizzo, le imprese non possono stare tranquille.

JOAO ERA DIPENDENTE della azienda Rebaioli di Darfo Boario Terme per la quale recentemente aveva lavorato anche in Norvegia per un’importante commessa, era quindi molto esperto.
Se a Brandizzo, dove cinque operai sono stati travolti e uccisi da un treno mentre lavoravano sui binari senza che fosse ancora stata interrotta la circolazione, la ditta per cui lavoravano i morti non ha battuto ciglio, va sottolineata la nota della ditta per cui lavorava Joao: «Rebaioli Spa comunica che le attività appaltate da Terna non prevedevano nessuna attività sui binari e neppure l’attraversamento degli stessi da parte degli operai né prima né durante il fermo treni. La società è molto scossa per il tragico evento e sarà vicina in ogni modo alla famiglia del proprio dipendente, che si è sempre distinto per professionalità e serietà nei suoi quasi vent’anni di lavoro con Rebaioli».

I SINDACATI DENUNCIANO una situazione insostenibile. «Ci chiediamo come fosse possibile che in un cantiere all’interno dell’ambito ferroviario non ci fosse un protocollo di sicurezza che prevedesse di avvertire del passaggio del treno – ha detto Francesco Bertoli, segretario generale Cgil Brescia – . Questo è il secondo morto sul lavoro nel bresciano a gennaio e riguardano entrambi degli appalti». Per Mario Bailo segretario provinciale Uil «di sicurezza se ne parla per un giorno e poi tutto si dimentica. Siamo stanchi di vedere che la politica non interviene». La Cub denuncia come la Lombardia «si conferma maglia nera» per i morti sul lavoro.

L’ultimo incidente dalle conseguenze mortali sui binari in provincia di Brescia avvenne il 22 ottobre 2016 quando il 34enne Nicola Franchini, dipendente di Ferrovienord, morì a Rodengo Saiano nello scontro tra motrice e carro carico di binari.

Esattamente un anno fa, 22 gennaio 2023, si era verificato un altro incidente ferroviario nella stazione di Chiari: la vittima era stata un ragazzo di 15 anni, Elion Shala, morto investito da un Eurocity.