Non solo Mediterraneo: anche nel deserto del Sahara non si ferma la strage di immigrati e profughi provenienti dai poverissimi e travagliati Paesi dell’Africa centrale che tentano di raggiungere l’Algeria o la Libia per poi proseguire il loro viaggio verso le mete europee. Nell’ultimo ritrovamento, le forze dell’ordine algerine hanno rinvenuto in pieno deserto, ad una ventina di chilometri da In-Guezzam, una quindicina di cadaveri di immigrati clandestini nigerini morti a poche centinaia di chilometri dalla loro meta: la città di Tamanrasset, nell’Algeria meridionale. Ma la polizia nigerina, secondo fonti di stampa locali, sarebbe ancora impegnata in vaste ricerche per trovare almeno altre 35 persone la cui sorte sarebbe drammaticamente segnata, date le alte temperature diurne del Sahara in questi giorni (oltre i 50 gradi). A causa delle leggi algerine molto restrittive sull’immigrazione clandestina e molto punitive per gli organizzatori e per la manovalanza del traffico umano, come gli scafisti anche i passeur usano abbandonare i loro «clienti» a poche decine di chilometri dalla meta, in modo da evitare di essere intercettati ed arrestati dalla polizia algerina. Molto spesso i trafficanti, con l’espediente di sabotare uno dei camion della carovana e con la scusa di dover allontanarsi per cercare un pezzo di ricambio, abbandonano i profughi con poca acqua e viveri, sicuri in questo modo di non lasciare testimoni.