Due storie di editoria che si leggono volentieri (quando succede, è meglio non lasciarsi sfuggire l’occasione). La prima ha al centro una piccola casa editrice di Montréal, Mémoire d’encrier, che ha puntato sulla diversità quando ancora non era una parola d’ordine mediatica, riuscendo a imporsi come uno degli spazi editoriali più interessanti del Québec e in genere del mondo di lingua francese. Ne scrive sulla rivista canadese «The Walrus» Amanda Perry, spiegando che «il successo di Mémoire d’encrier è tanto più evidente nel contesto della presunta omogeneità culturale del Québec e della pervasiva whiteness dell’industria editoriale». Fondata nel 2003, la...