L’America brucia e l’ondata di proteste coinvolge ora anche il mondo dell’entertainment americano. In alcuni casi anche in maniera decisamente sferzante, come Billie Eilish che in lungo post su instagram si sfoga così: «Se sento ancora una persona bianca dire All Lives Matter vado fuori di testa. Nessuno sta dicendo che la vostra vita non conti, nessuno sta dicendo che la vostra vita non è difficile. Nessuno sta dicendo nulla di voi. Questa cosa non riguarda voi. Smettiamola di mettere sempre voi al centro. Se le vite di tutti contano perché sono i neri a essere uccisi in quanto tali? Perché gli immigrati sono perseguitati? Perché ai bianchi vengono date più possibilità? Perché i neri sono chiamati teppisti dopo che protestano per l’omicidio di persone innocenti? Sapete perché? Fottuti privilegi dei bianchi». Ma a far sì che Hollywood prendesse finalmente posizione, ci è voluta una provocazione dell’anchor man della Cnn Don Lemon – che aveva commentato dopo la quinta notte di scontri, un ironico: «Che succede a Hollywood? Stranamente zitta…».

PRESA DI PETTO la comunità di artisti, attori e musicisti ha cominciato a mobilitarsi. Così arrivano tweet, messaggi video di Ariana Grande e un video di Beyoncé in cui sollecita i fan a cantare una petizione in cerca di «giustizia per Floyd». E la pop star aggiunge: «Siamo stati tutti testimoni del suo omicidio in pieno giorno. Siamo distrutti e disgustati, non possiamo normalizzare questo dolore». Parla anche il rapper Dr. Dre nel corso del programma Young Money Radio di Apple Music: «Sembrava che quel poliziotto avesse il ginocchio su tutti i nostri colli.. Ma la cosa che più sconvolge e che continua a ripetersi. Viene da chiedersi: cosa possiamo fare?». C’è anche chi scende nelle piazze, come è accaduto alla cantautrice Halsey che a Los Angeles racconta ai fan in un post, di essere stata aggredita dalla polizia insieme ad altri manifestanti: «Eravamo pacifici, con le mani alzate, senza muoverci, senza infrangere la linea».

MA È TUTTA L’INDUSTRIA – e non solo i i singoli artisti – a muoversi compatta contro la violenza razzista: oggi il mondo della musica americano si ferma per 24 ore: un blackout di solidarietà a cui hanno aderito anche le major come la Warner, Sony, Universal e Columbia. Evento impensabile fino a poco tempo fa. A tenere alta le fila della protesta anche Spike Lee – che ha più volte raccontato nei suoi film l’odio razziale, autore di uno short proposto in anteprima domenica nello show di Don Lemon. Una breve clip dove il regista si domanda: «La storia smetterà di ripetersi?», mescolando scene dal suo celebre Fa la cosa giusta alle immagini devastanti del fermo di Floyd e quelle di repertorio che testimoniano l’omicidio di Eric Garner che nel 2014 venne ucciso a Staten Island. L’ira di Hollywood si leva anche contro Trump: dopo Taylor Swift, Lady Gaga aggiunge via tweet la sua voce per sottolineare i ripetuti fallimenti dell’inquilino della Casa bianca: «Detiene l’ufficio più potente del mondo ma continua a non offrire altro che ignoranza, pregiudizio e razzismo».