Cresciuto in un paese «accerchiato», com’era la Svezia, ma al riparo dall’espansione nazista, Stig Dagerman – prima ancora di diventare un anarco-sindacalista e un socialista libertario – è stato un atipico scrittore di guerra: aveva ventiquattro anni quando nel 1947 uscì Autunno Tedesco, una raccolta di cronache dalla Germania ridotta in macerie realizzate per l’Expressen. In piedi fra i relitti, lì dove «ogni luogo è il peggiore», fra una umanità dimenticata, di profughi e sfollati tedeschi, Dagerman fu tra i primi a dare loro voce, raccontando di quell’esercito di affamati. Dirà che la condanna unanime abbattutasi poi su di loro...
Alias Domenica
Stig Dagerman, l’imprevedibile si fa lingua
Scrittori svedesi. Esordio dello scrittore svedese, «Il serpente», datato 1945, affida a uno stile allusivo fino alla dispersione del senso il proposito di andare diritti «al cuore delle cose»