«Se servo, alla mia venerabile età, ci sarò». Sala delle bandiere nella rappresentanza del parlamento europeo a Roma. Conferenza stampa di presentazione del tour romano del leader di Syriza Alexis Tsipras con le eurodeputate dell’«Altra Europa» Barbara Spinelli e Eleonora Forenza. Stefano Rodotà ieri si è preso la scena e ha passato al setaccio la non invidiabile situazione della sinistra italiana dopo le europee di maggio. «Avverto il rischio che le energie accumulate dalla lista Tsipras finiscano intrappolate nelle vecchie logiche della sinistra – ha detto Rodotà – Non dev’essere così, queste energie devono essere recuperate e valorizzate».

I non detti, gli imbarazzi, la melina che, per il momento, hanno trasformato gli incontri della lista in una riflessione metodologica sull’organizzazione, invece che sulle pratiche politiche, sono stati spazzati via dal giurista: «Dico cose dirette che non sempre vengono apprezzate – ha precisato Rodotà – ho il timore che, una volta in più, l’unità a sinistra diventi un discorso sulle quote da dare a Sel o a Rifondazione, ma se scegliamo questa strada non andremo verso l’unità ma verso la riproposizione di vecchi conflitti. Bisogna invece ricreare le condizioni di una nuova cultura politica per sbaragliare questo tipo di impostazione».

Per un soggetto che, in queste ore, sta discutendo se essere un partito, una federazione oppure un coordinamento leggero tra reti e campagne, Rodotà vede due strade: quella generazionale e un’iniziativa politica che faccia rientrare in gioco la sinistra. «La campagna elettorale per le europee ha attratto infinite persone giovani che non hanno visto in Tsipras il cavaliere bianco, ma il simbolo dell’esperienza di Syriza che ha sviluppato una cultura politica che poi è diventata un dato sociale. In Italia, noi siamo solo all’inizio. Questa lista è un patrimonio che non può essere disperso».

Sul «che fare», Rodotà ha proposto una legge di iniziativa popolare per modificare l’articolo 81 della Costituzione che sancisce il vincolo di bilancio. Una proposta che sta facendo discutere la sinistra, insieme a quella inaugurata dalla raccolta firme per i quattro quesiti del referendum «Stop austerità, sì alla crescita» che durerà fino alla fine di settembre. Sono in molti a pensare che questi strumenti, diversi per modalità e finalità, possano essere affiancati e procedere parallelamente. Rodotà propone alla lista Tsipras la prima e dice di volerla agire in prima persona.

Insieme ad una manifestazione autunnale contro l’austerity, nell’agenda esposta da Spinelli e da Forenza il Gue, il gruppo della sinistra europea a cui ha afferito la lista Tsipras, farà da sponda alla campagna nazionale e internazionale contro il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip). Si comincerà dal semestre italiano alla guida del Consiglio europeo: «Non ci sono informazioni sul contenuto delle trattative segrete tra Ue e Usa – ha detto Rodotà – Ma questo trattato comporta gravi rischi, tra cui la privatizzazione delle risoluzioni delle controversie tra stati e mercati. Saranno i grandi investitori a portare in tribunale gli stati facendo saltare i diritti costituzionali e quelli sociali».

L’altro tema che la sinistra vuole mettere al centro del semestre europeo in corso è l’immigrazione. Su questo verrà presto lanciata una petizione per l’apertura di corridoi umanitari nel Mediterraneo. «Il Consiglio europeo, e il ministro tedesco delle finanze Schäuble non solo hanno confermato che le politiche dell’austerità continueranno, ma verrà inasprito anche Frontex – ha detto Eleonora Forenza – Al di là delle retoriche di Renzi sulla generazione Telemaco, che resta la più precaria d’Europa, il lavoro del Gue nella nuova legislatura sarà quello di rimettere in discussione i trattati e promuovere un «New Deal» europeo fatto di investimenti pubblici per rilanciare l’occupazione».

«L’immondo balletto sulle poltrone in Europa» ha confermato in Barbara Spinelli la convinzione che il messaggio delle elezioni non sia giunto alle tecnocrazie e ai governi. «Anzi – ha detto la giornalista – hanno rafforzato le politiche di larghissime intese: oltre ai popolari e ai socialisti, oggi ci sono anche i liberali. Insieme vogliono continuare le politiche di austerità che hanno provocato la crisi. Stiamo assistendo ad uno svuotamento della democrazia sia dal punto di vista formale che da quello materiale. In queste ore Renzi si sta battendo per la poltrona da ministro degli esteri, ma la candidata Mogherini non ha detto nulla sulla sua idea di politica estera. È un gioco delle parti dove le minoranze continueranno ad avere uno spazio ridotto di azione».

È il ritratto di un’Europa amputata dei diritti e della democrazia. L’Italia renziana ne ha incorporato più di altri lo spirito da quando ha deciso di «stravolgere la Costituzione e di approvare una legge elettorale liberticida» ha detto Tsipras.