«Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame?». Aboubakar Soumahoro inizia a parlare citando un ex presidente della Repubblica: Sandro Pertini. L’occasione è il lancio degli «Stati popolari», iniziativa dai contorni un po’ misteriosi, a metà tra una grande assemblea e una vera e propria mobilitazione. Il titolo fa il verso agli «Stati generali» organizzati da Giuseppe Conte a villa Doria Pamphilj dal 13 al 21 giugno (Soumahoro si incatenò e strappò un incontro con il primo ministro).

Quelli del popolo, invece, si svolgeranno domenica 5 luglio in piazza San Giovanni, a Roma, dalle 16. «Inizialmente erano previsti per le 14, ma ci siamo resi conto che non tutti avrebbero sopportato il sole, come fanno ogni giorno i braccianti», scherza il sindacalista che mercoledì ha trasportato da Foggia a Mondragone un carico di aiuti insieme all’Unione sindacale di base (Usb). Destinatarie: le famiglie in isolamento. Mittenti: i lavoratori agricoli di Borgo Mezzanone e Torretta Antonacci, i «nuovi ghetti» dove vivono gli «invisibili».

Lo scheletro dell’ex Penicillina, foto di Giansandro Merli

Domenica ci saranno anche loro nella piazza romana, arriveranno dalla Puglia con diversi pullman. Ma la manifestazione non riguarderà solo la condizione di tanti lavoratori migranti. L’obiettivo è far incontrare e dialogare diverse forme di «invisibilità». Quella dei lavoratori della cultura e dello spettacolo, da mesi senza stipendio. Quella degli operai di aziende in crisi, da Whirlpool a ex Ilva. Quella di chi anche durante il lockdown non è restato a casa, come il personale sanitario o i rider. Quella di chi una casa non ce l’ha o la abita in forma precaria, come le 98 famiglie che dal 6 aprile 2013 occupano l’ex Hotel Aniene, sulla via Tiburtina, e hanno ospitato ieri la conferenza stampa. Sono quasi tutte di San Basilio e hanno parenti tra coloro che nello stesso quartiere presero le case con la forza nel ‘74 e ‘88. Sull’occupazione svetta lo scheletro dell’ex Penicillina: enorme reperto di archeologia industriale popolato per anni dai dannati della metropoli.

«Invitiamo il premier Conte a venire ad ascoltare gli invisibili – afferma Soumahoro – Non sarà la piazza della contrapposizione, ma della proposta». Quale sia la proposta – in una mobilitazione sostenuta da uno schieramento trasversale che va dal sindaco di Milano Beppe Sala all’Usb, passando per ciò che resta delle Sardine – ancora non si sa. «Bisogna aspettare domenica», glissa sorridendo Soumahoro.