Pecunia non olet. Il cinico motto latino, tanto caro agli affaristi più spregiudicati, pare sia stato adottato dal governo Lega-M5S al fine di reperire risorse finanziarie in vista della manovra economica di autunno.
Sul tavolo dell’esecutivo ci sono i costosissimi programmi economici che al di là delle rassicurazioni di Tria, Salvini, Conte e Di Maio non hanno ancora trovato coperture credibili, fanno inorridire Bruxelles e rischiano di mettere in ginocchio la già malandata economia italiana. E dunque, mentre i contabili di Palazzo Chigi si stanno scervellando per capire quanto potranno risparmiare su Reddito di cittadinanza e Quota cento, Matteo Salvini nel corso di Porta a Porta, come se nulla fosse, rispolvera una vecchia e assai insidiosa proposta della Lega: far emergere i soldi nascosti nelle cassette di sicurezza in modo da poterli utilizzare per finanziare le ambiziose iniziative economiche del governo giallo-verde. Una sorta di sanatoria di denaro occulto, mascherata da pace fiscale, che potrebbe rimpinguare le casse dello Stato.

Dopo poche ore il vice presidente del Consiglio si è premurato di dire che non si tratta di una patrimoniale sui conti correnti ma molti osservatori sostengono che la proposta della Lega è potrebbe configurare il riciclaggio di denaro di provenienza illecita da parte dello Stato. Una proposta del genere fu ventilata anche dal governo Renzi ma poi fu abbandonata per le insidie che conteneva.

Il primo a lanciare l’allarne e a quantificare il denaro occultato nelle migliaia di cassette di sicurezza fu il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco, che nel 2017 parlò di un bottino di circa 200 miliardi. Il magistrato milanese in un convegno disse che non se ne conosce la provenienza e che potrebbero essere sia risparmi sia denaro di natura illecita. Il Sole 24 ore sostiene il denaro occulto tocca i 210 miliardi di euro pari a circa il 12 per cento del Pil. 192 miliardi sarebbe il sommerso mentre 18 miliardi le attività illegali.

Se il governo e in particolar modo la Lega hanno rispolverato questo progetto che potrebbe essere vissuto dai risparmiatori come una patrimoniale o un’ intrusione nelle tasche degli italiani, come avvenne nel 1992 con il governo Amato, è perché le casse dello Stato piangono miseria a fronte di un’operazione come la Flat tax che costa qualcosa come 50 miliardi. Non è un caso che le aliquote ipotizzate dalla Lega per partecipare a questa sanatoria di denaro occulto siano le stesse, 15-20%, che si trovano nella Flat tax. Nell’ipotesi avanzata dal Carroccio si proponeva inoltre l’obbligo del reinvestimento del denaro sepolto nelle cassette di sicurezza.
Paolo Gentiloni in un’intervista a Radio 24 ha definito una follia l’ipotesi lanciata da Matteo Salvini nel salotto di Bruno Vespa: «Così si condonano i fondi neri della mafia e della criminalità organizzata». Gli esponenti di Forza Italia, invece, sono più preoccupati che vengano colpiti i risparmi degli italiani.

Nella comunità degli affari la sortita di Matteo Salvini desta molta preoccupazione e paura che si voglia andare a uno scontro frontale con la zona euro. «Prima quell’assurdità del mini bot – commenta un agente di cambio – poi la sanatoria sul denaro illecito. I grandi investitori temono che la strada intrapresa dalla Lega porti dritto allo scontro con l’Europa e all’alta tensione dei mercati. Il timore non ancora sopito è che la Lega non abbia archiviato del tutto il piano B per uscire dall’euro». In effetti, sostengono molti operatori, oltre al riciclaggio, c’è da temere una spirale di paura dei risparmiatori.