L’ennesimo decreto omnibus prodotto dall’esecutivo Meloni e imposto, ancora una volta, attraverso il ricorso alla fiducia, mette insieme sport, disabilità, misure urgenti per la scuola e per l’università, Olimpiadi di Cortina.

Per la destra il tutto sarebbe unito dalla parola chiave «inclusione» ma l’accezione del termine è peculiare. Il dl numero 71 del 31 maggio 2024, approvato ieri dalla Camera con 174 voti favorevoli, 123 contrari e 5 astenuti, passerà ora rapidamente al Senato, senza interventi. I 14 articoli di cui è composto il provvedimento riguardano diversi ministeri ma per comodità è detto «Abodi Valditara», dato l’impronta che i due ministri hanno voluto lasciare nel decreto. La prima parte riguarda lo sport, dalla governance degli organismi all’istituzione di una commissione indipendente per la verifica dell’equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche, all’accesso alla ripartizione delle risorse finanziarie dei campionati di calcio.

«Un decreto horror di bullismo istituzionale che permette a qualche presidente federale di occupare la stessa poltrona ininterrottamente sanando una faida all’interno del Coni» ha commentato il deputato dem Mauro Berruto, che contesta anche la «commissione di nomina politica per giudicare i bilanci delle società di serie A tra le quali ci sono quelle di proprietà di politici di maggioranza. Controllori e controllati che coincidono alla faccia della terzietà». «Un calderone di ideologia, di nostalgia e di punizione, pieno di ingiustizie» ha aggiunto l’ex allenatore, in linea con gli altri esponenti dell’opposizione come quelli del M5S che parlano di «decreto mille toppe».

In mezzo ci sono anche alcune misure volute dal titolare dell’Istruzione (e merito) causate dalla necessità o dalla propaganda. Nel primo gruppo vanno inseriti i contestati provvedimenti sul sostegno, data la carenza strutturale di questo tipo di docenti nell’organico: il decreto introduce la possibilità di specializzazione con Indire per quanti hanno svolto un servizio di almeno tre anni scolastici, non continuativi, nei cinque anni precedenti. Si prevede inoltre la possibilità, su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità, di ottenere la conferma del docente in servizio.

«Nei fatti è una sanatoria che rischia di creare disparità di trattamento tra docenti e si trasmette il messaggio sbagliato per cui una formazione qualificata del docente di sostegno negli atenei abbia un valore secondario», contesta Irene Manzi del Pd.

Al secondo gruppo, quello degli spot di Valditara, può invece essere ascritta la norma sugli studenti con background migratorio, ossessione che al ministro è costata più di una gaffe. L’articolo 11 prevede l’inserimento di un docente di italiano per stranieri in orario extra curricolare per gli alunni iscritti da poco al sistema scolastico nazionale (che rappresentano appena il 3,8% sul totale degli studenti di origine straniera).

Inoltre verrà commissariato l’Indire, l’istituto nazionale sulla ricerca educativa. «Misure disorganiche il cui unico filo conduttore è l’indebolimento del diritto all’istruzione: interventi discriminatori per gli studenti stranieri, percorsi per il sostegno semplificati, con il risultato di una sanatoria che creerà frizioni, l’Indire commissariato senz’altro motivo che l’appetito di poltrone», sintetizza l’ex sottosegretaria all’Istruzione Pd Ascani. Nel decreto anche misure per l’università tra le quali la proroga al 31 dicembre 2024 delle procedure per il conferimento di assegni di ricerca (necessaria in vista della riforma del pre-ruolo universitario), uno stanziamento di 850 milioni di euro per le borse di studio e di 10,3 milioni di euro per il Fondo affitti per gli studenti fuori sede.

Su questo punto è scontro di cifre tra studenti e Bernini che parla di «record». Per il Miur i fuorisede sono 446.603, dei quali 386.875 in corso, mentre per l’Unione degli universitari 900mila. Di conseguenza, per l’Udu al singolo fuorisede arriverebbero circa 800 euro all’anno «nemmeno sufficienti per pagare un paio di mensilità.