Settima puntata degli stati generali dell’editoria. Crimi finalmente presente e protagonista. Alla giornata più «istituzionale», dedicata al confronto tra Agcom e Corecom, il sottosegretario all’Editoria comincia a lasciar intravedere alcuni possibili orientamenti di riforma, e non solo di tagli.

«Il sostegno pubblico è essenziale – dice Crimi a fine mattinata – l’informazione è un bene che deve essere garantito anche con il sostegno pubblico ma il fondo per il pluralismo va ripensato nella sua interezza. Se vogliamo garantire il pluralismo non dobbiamo più basarci sul rimborso dei costi sostenuti ma garantire una soglia al di sotto della quale non c’è più l’informazione della qualità».

Più specificamente, il sottosegretario spiega che «è necessario valorizzare l’informazione locale, perché a livello nazionale la possibilità di raccolta pubblicitaria e di audience è teoricamente illimitata e dunque puoi reggerti sul mercato». «Quindi – conclude – se dovessimo dare un contributo diretto per garantire il pluralismo dovremmo darlo per l’informazione locale, ancor più che per quella nazionale».

Lo spiraglio sul locale piace anche a Paolo Lattanzio, capogruppo M5S in commissione Cultura alla camera: «Stando all’indagine conoscitiva realizzata da Agcom, l’86% dei cittadini si informa abitualmente su fatti locali. Una conferma dell’importanza per la vita dei territori dell’informazione locale, che però va tutelata dai rischi costanti cui è sottoposta».

Proprio Adriana Lotti, dirigente Agcom che ha curato l’indagine, spiega che «la crisi dell’informazione locale è maggiore che in quella nazionale. In 2 regioni non esistono più testate locali cartacee (Calabria e Val d’Aosta, ndr). E – aggiunge – il tema delle risorse è serio: non si vede l’emergere di realtà on line in grado di compensare questa perdita di informazione locale. Non c’è nessun risorgimento dell’online, neanche nella raccolta pubblicitaria».