Spike Lee, il primo presidente «della diaspora africana»
CINEMA Il regista guiderà la giuria del prossimo Festival di Cannes. Lo scorso anno il regista era in concorso con BlackKklansman, vincitore del Gran Prix
CINEMA Il regista guiderà la giuria del prossimo Festival di Cannes. Lo scorso anno il regista era in concorso con BlackKklansman, vincitore del Gran Prix
Sarà Spike Lee il presidente di giuria del Festival di Cannes 2020 (12-23 maggio). «In questa vita che ho vissuto, le più grandi benedizioni mi sono arrivate in modo inatteso, si sono presentate all’improvviso. Quando mi è stato detto che mi era stata offerta l’opportunità di essere Presidente di giuria a Cannes per il 2020 ero scioccato, felice, sorpreso e onorato al tempo stesso». La dichiarazione con cui il regista americano ha accolto l’invito del Festival si apre in modo molto formale e ossequioso, ma la grande ironia di Lee emerge poi dalla chiusura della sua lettera di ringraziamento, firmata «Spike Lee. Da People’s Republic Of Brooklyn, New York».
Nel 2018 il regista era tornato a Cannes dopo 16 anni di assenza – l’ultima volta era stato nel 2002 con il suo episodio del film collettivo Ten Minutes Older: We Wuz Robbed, presentato in Un Certain Regard – presentando in concorso il suo BlackKklansman, vincitore del Gran Prix e in seguito dell’Oscar alla miglior sceneggiatura, il primo della sua carriera.
«PER ME IL FESTIVAL di Cannes – continua Lee – (oltre a essere il più importante – senza offesa per nessuno) ha avuto un grande impatto sulla mia carriera cinematografica». Il regista elenca infatti tutti i suoi lavori presentati sulla croisette: «È cominciata nel lontano 1986 – il mio esordio She’s Gotta Have It (Lola Darling, ndr) ha vinto il Prix de la Jeunesse della Quinzaine des Realisateurs. Il successivo è stato nel 1989 – Do The Right Thing (Fa’ la cosa giusta, ndr), selezionato in concorso». E ancora: nel 1991 Jungle Fever, in concorso, nel 1996 Girl 6 – Sesso in linea (fuori concorso), e nel 1999 Summer of Sam – Panico a New York, presentato alla Quinzaine des Realisateurs.
«Si può tranquillamente dire che Cannes ha cambiato il corso di chi sono diventato nel cinema mondiale», scrive Lee. Che ci tiene soprattutto a sottolineare una cosa: «Sono onorato di essere la prima persona della diaspora africana negli Stati Uniti a venire nominata Presidente della giuria di Cannes, e di un festival di primo piano».
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