Lluís Miñarro riscrive il mito evangelico di Salomè. E lo scaraventa nel cuore del deserto iracheno, in un incubo di sole e polvere che consegna allo sguardo i macabri rituali di Abu Ghraib. Il valenciano Luis García Berlanga, nel 1952, sbeffeggiava Truman nei pressi di Villar del Río (¡Bienvenido, Mr. Marshall!). Miñarro, da buon catalano, è ancora più estremo nella sua smania di astrattismo: la bandiera a stelle e strisce viene eclissata fuoricampo, nel limbo delle allusioni, e l’amarezza del j’accuse deflagra in un fecondo magnetismo visivo, nella più ficcante perentorietà discorsiva. Perché Love me not è cinema in versi...