Ieri sono stati registrati 187 nuovi casi positivi al coronavirus e 25 vittime. Calano ulteriormente i casi attualmente positivi (15.255) e i ricoverati in terapia intensiva (87). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha elogiato i risultati di Italia e Spagna: «Hanno riportato la situazione sotto controllo con una combinazione di leadership, umiltà, partecipazione attiva di ogni membro della società e un approccio globale», ha detto il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, «entrambi i Paesi hanno affrontato una situazione spaventosa, ma l’hanno ribaltata».

NONOSTANTE I DATI rassicuranti e le lodi il ministro della salute Roberto Speranza si mantiene sulla «linea della prudenza», come la definisce lui stesso. Le ultime decisioni del suo ministero vedono regolarmente l’Italia adottare linee guida più restrittive rispetto alle raccomandazioni degli organi sovranazionali. E mentre all’inizio della pandemia Speranza era sembrato più timoroso che prudente, oggi non rinuncia a scontentare gli interessi di questo o quel gruppo di pressione pur di affermare le ragioni della scienza nel calcolo dei rischi legati alle riaperture.

AD ESEMPIO, quando martedì l’Unione Europea ha deciso di aprire le frontiere ai cittadini di 15 paesi extra-Schengen ritenuti sicuri (esclusi Stati uniti, Russia e Brasile) il ministro non si è accontentato di ratificare la decisione dei 27 ma ha aggiunto un sovrappiù: anche chi arriverà dai paesi sicuri dovrà sottoporsi a isolamento fiduciario e a sorveglianza sanitaria. Stop dunque anche al turismo proveniente dalla Cina, il più importante tra i paesi inclusi nella lista. La decisione preoccupa l’industria del turismo. «Mancheranno turisti con alta capacità di spesa», dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca. «Non entriamo nel merito della decisione, perché la sicurezza sanitaria è la priorità, ma per noi è una mazzata». Ma Speranza rimanda tutti al 15 luglio, quando l’Unione dovrà rivedere la lista (lo farà ogni due settimane) e pandemia permettendo nuovi paesi potranno essere inclusi.

La cautela spinge Speranza a contraddire la stessa Oms, che il 22 giugno aveva cambiato i criteri da adottare per certificare le guarigioni. Secondo gli esperti di Ginevra, per dichiarare guarita una persona basta attendere tre giorni dalla scomparsa dei sintomi. D’altronde, all’Oms sin dall’inizio hanno ritenuto poco probabile il contagio da casi senza sintomi, meritandosi mille critiche. Dopo aver consultato il Comitato Tecnico Scientifico, Speranza ha mantenuto in vigore le linee guida precedenti: in Italia per sospendere la quarantena serviranno ancora due tamponi negativi a distanza di almeno 24 ore.

ANCHE QUESTA DECISIONE scontenta molti, a partire dalle persone risultate positive nelle ultime settimane. La maggior parte di loro, infatti, non ha sintomi ma ha dovuto sottoporsi al tampone dopo un test sierologico privato o durante un programma di screening. Non è raro, tuttavia, che anche questi pazienti senza sintomi risultino positivi per lungo tempo. In base alla decisione di Speranza dovranno rispettare l’isolamento domestico fino al secondo tampone negativo.

NEL RISPONDERE alle prevedibili critiche, Speranza può citare a suo favore le evidenze scientifiche. A corroborare la cautela del ministero è arrivata ieri anche la pubblicazione sulla rivista Nature dell’ormai celebre studio su Vo’ Euganeo del microbiologo Andrea Crisanti che, seguendo il contagio letteralmente casa per casa, ha certificato la trasmissione del virus da persone del tutto asintomatiche.

Anche tra Speranza e gli scienziati del Comitato tecnico scientifico c’è un legame fortissimo. Non a caso, in piena pandemia Speranza ha affidato la direzione della prevenzione del Ministero all’infettivologo Gianni Rezza, forse il più prudente tra gli esperti. Ma anche quello che aveva visto prima di tutti lo tsunami in arrivo.