Storicamente il Salento è una terra di commistioni, recettiva alle contaminazioni che vengono legate alla già ricca tradizione; non è un caso che pizzica, taranta e reggae siano diventati contrassegni dell’estremo sud pugliese. Da 5 anni c’è anche un festival hip hop che, come una scommessa vinta, cresce di anno in anno e che allora, per quest’insieme di fattori, racconta a suo modo i cambiamenti generazionali e della fruizione della musica. A Gallipoli dal 24 luglio al 21 agosto si svolge il Sottosopra Fest che porta in vari punti della città alcuni dei più interessanti nomi della scena hip hop italiana come Gemitaiz fresco di polemica con Salvini, Achille Lauro, Tedua, MadMan, il duo Carl Brave x Franco 126, a ferragosto allo Stadio Comunale l’amato e discusso trapper Sfera Ebbasta, e poi Nitro, Dani Faiv e Slait della Machete crew.

Abbiamo contattato gli organizzatori del festival, i tipi della Faraway Agency, che hanno rischiato puntando su un genere che all’apparenza potrebbe sembrare decontestualizzato in una terra con già tanta memoria musicale: «All’inizio è stata dura, ma l’apertura culturale dei salentini verso la musica in generale è dovuta proprio alle nostre basi di ’pizzica’ e reggae che assorbono influenze e contaminazioni sin dalle origini. Il festival ha pian piano costruito un pubblico attento alle novità e ai linguaggi giovanili che, secondo il nostro punto di vista, devono essere valorizzati per promuovere l’hip hop in tutte le sue forme senza le divisioni del passato».

In un luogo così turistico, in alta stagione, la necessità è quella di accontentare sia i più giovani che gli adulti. Questi ultimi, spesso per la prima volta, si trovano di fronte al rap made in Italy ma nell’ambito di un programma di spessore: «Con la programmazione di quest’anno, il target è giovane e dà la possibilità anche a chi non lo è più anagraficamente di ascoltare live di qualità e vivere quello che secondo noi è il miglior momento musicale, in termini di creatività e di nuovi suoni, degli ultimi anni». Si può allora parlare di una Puglia hip hop, lontana dagli stereotipi del folclore ma capace di abbracciare il panorama urban italiano che, in fondo, corrisponde al sentore dell’intero Paese, con un sempre maggior numero di appassionati della scena rap, non più considerata secondaria.

Una condizione ideale che riesce a produrre turismo: «Il pubblico del festival è sempre più numeroso grazie a un forte legame con la Puglia che viene rappresentata dalle più importanti crew hip hop che sono lo zoccolo duro del festival. Abbiamo notato con piacere, nel corso delle ultime due edizioni, una presenza sempre più alta di giovani provenienti da tutta Italia che si trovavano in vacanza anche in zone distanti dal festival».

L’ultima parola la lasciamo al rapper Nitro, che ha da poco dato alle stampe l’ultimo album No Comment e impegnato nel closing party del 21 agosto. Interpellato ci fa il punto sui segnali che il rap sta mandando al pubblico che incontrerà in Salento: «Mi considero un’eccezione, perché penso di avere un pubblico molto eterogeneo: dal ragazzino di 13 anni al ragazzo addirittura più grande di me. Sicuramente questi sono segnali che l’hip hop è più o meno nelle corde di tutti ormai, anche se il confronto generazionale prescinde la musica: spesso anche gli ascoltatori più ’vecchi’ del genere non riescono sempre a trovarsi a proprio agio con il rap che esce ora e che piace ai ragazzi. Stiamo facendo passi avanti ogni anno!».