Insieme a Hemingway e Faulkner, Fitzgerald e Caldwell, John Steinbeck ha costituito, per le generazioni di lettori italiani formatesi a cavallo della Seconda guerra mondiale, il viatico verso una letteratura americana percepita come baluardo della democrazia e modello di scrittura diretta, vitale, non estranea alle ricerche e alle innovazioni formali del modernismo ma capace di trascenderne il senso di estenuazione e di chiusura e di proporre una visione del mondo in perfetto equilibrio tra individualismo e sensibilità sociale. Abbracciato come un maestro dalla nostra intellighentsia di sinistra, identificato senza remore quale massimo esponente della letteratura proletaria degli anni trenta, Steinbeck...