La foresta, come luogo simbolico che incarna la forza fisica e quella spirituale, è certamente uno dei temi che conduce più immediatamente al lavoro di Jems Koko Bi (Sinfra 1966, vive e lavora tra Essen, Germania e Abidjan), tra gli artisti africani contemporanei più conosciuti, presente anche nella collettiva «Costa d’Avorio: Identità e vitalità dell’arte contemporanea» (a cura di Massimo Scaringella) al Mattatoio di Roma (fino al 22 luglio). Koko Bi costruisce un immaginario che è ancestrale e, in parte, inconscio, scolpendo grandi figure direttamente nei tronchi di quercia (come in Diaspora, 2013), pioppo o altri legni: emblematici totem della...