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Sorpresa, le unioni civili costano poco allo stato

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Diritti Oneri finanziari pari a 3,5 milioni per il 2016 e 6 per il 2017. Ma la relazione tecnica ancora non è stata consegnata al Senato

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 24 luglio 2015

Cade anche l’ultimo pretesto per bloccare la discussione in Senato sulle unioni civili. Ieri si è infatti saputo quali sarebbero i costi per lo Stato e le cifre ufficiali fornite dal ministero dell’Economia sono lontanissime da quelle paventate dal Ncd.

Se il disegno di legge Cirinnà venisse approvato entro l’anno, come promesso da Renzi, gli oneri per lo Stato sarebbero di 3,5 milioni di euro per il 2016 e di 6 milioni di euro per il 2017. Soldi necessari per i primi anni a coprire le detrazioni a carico dei familiari e successivamente le pensioni di reversibilità previste dal provvedimento. 20 milioni di euro sono invece i costi previsti una volta a regime, nel 2027.

«Il Mef smentisce chi nelle settimane passate aveva vaticinato una spesa di 40 miliardi di euro al solo fine di impantanare la discussione«, ha commentato il responsabile diritti del Pd Micaela Campana. Da parte sua il Ncd, dopo aver polemizzato per settime sui costi eccessivi del provvedimento, ieri ha fatto marcia indietro e sottolineato come proprio i bassi costi confermerebbero l’inutilità della legge. «Le previsioni dell’impatto economico della reversibilità della pensione delle unioni civili dimostrano che questa non è una priorità per il paese», ha detto il capogruppo Maurizio Lupi.

Non mancano le polemiche. La comunicazione dei costi per lo stato è arrivata infatti attraverso un tweet del ministero delle Finanze anziché con l’attesa relazione al parlamento.

Una scelta che ha suscitato più di una critica anche perché il mancato arrivo della relazione ha provocato la sconvocazione della commissione Giustizia del Senato dove il ddl deve essere discusso. Cosa che ha fatto infuriare il M5S. «Siamo al teatro dell’assurdo», hanno detto i grillini. «Ricapitoliamo: il parlamento vorrebbe votare questa riforma entro l’estate, ma il governo di mette di traverso. Il ministro Boschi prima blocca la relatrice Cirinnà, poi accelerare perché ce lo chiede l’Europa, infine trattiene presso di sé la relazione tecnica necessaria al prosieguo del procedimento al Senato, costringendo il presidente della commissione Giustizia e sconvocare la seduta programmata per oggi pomeriggio. Evidentemente non hanno ancora raggiunto l’accordo per incassare il sì del Ncd».

Versione smentita dalla relatrice del testo: «Nessun rallentamento e tantomeno dovuto al ministro Boschi», dice Monica Cirinnà. «Se vogliano fare bene dobbiamo rispettare tutti i passaggi della procedura parlamentare e anche fare i conti con i tempi degli uffici. Ora la relazione tecnica si trova alla bollinatura della ragioneria dello Stato e entro domani (oggi, ndr) dovrebbe arrivare in commissione Bilanci al Senato».

Intanto la diffusione delle cifre ha suscitato la reazione dell associazione lgbt. «Smentire le assurde cifre dei vari Giovanardi & C. sugli oneri per le casse dello Stato», ha commentato Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay center. «Diciamo che finora le nostre tasse hanno contribuito a pagare le reversibilità di tutti tranne che delle coppie gay. le nostre tasse servono a coprire anche i vitalizi di molti».

«Il ministro Alfano, Ncd e tutti i grandi detrattori che hanno sempre parlato di cifre altissime per affermare che nostre unioni civili e i nostri diritti sono insostenibili devono fare un bagno di realtà», è scritto invece in una nota del Circolo Mario Mieli. «Ora è noto a tutti che che quelle affermazioni erano becere bugie motivate solo da una contrarietà ideologica».

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