Una lettera che di fatto rompe il patto di fiducia tra il ministro Massimo Bray e i suoi funzionari. E’ quella che hanno scritto (e stanno “postando” sui Social Network) i dirigenti del Mibact, in reazione alla nomina esterna per il sito archeologico di Pompei. 
La pubblichiamo qui di seguito.

 

Onorevole Signor Ministro,

l’incarico che affida la guida della Soprintendenza speciale di Pompei a una figura esterna ai ruoli del Ministero ignora e stravolge le regole che tanto la normativa generale sul pubblico impiego quanto lo specifico decreto del Ministero individuano quale criterio per tali affidamenti: l’impossibilità di rinvenire nei ruoli dell’amministrazione le figure necessarie (d.lgs. 165/2001, art. 19 c. 6), ovvero la mancanza di disponibilità di professionalità interne (d.m. 16.05.2007, art. 2 c. 3). A queste disposizioni si aggiungono l’applicazione della spending review, che impone la diminuzione delle dotazioni organiche di tutte le amministrazioni dello Stato e il relativo costo (l. 135/2012, art. 2 c. 1) nonché l’incertezza sulla riforma del Ministero, che certamente vedrà soppressi molti uffici in virtù della necessità di ridurre la spesa pubblica, rispetto alla quale la nomina di un esterno appare del tutto in controtendenza.
Senza tener conto di tali elementi, è stato disposto l’avvio delle procedure per la nomina del prof. Osanna, direttore della scuola di specializzazione in archeologia dell’Università degli Studi della Basilicata, a soprintendente di Pompei, pur essendosi manifestata la disponibilità di tre dirigenti archeologi del Ministero. Si tratta di una soluzione già altre volte tentata e ricusata dagli organi di controllo: così ad esempio nel caso del tentativo, poi bloccato dagli organi di controllo, di nominare Vittorio Sgarbi al Polo Museale di Venezia. Una soluzione peraltro già ritenuta inadeguata proprio nel caso della precedente nomina di alcuni docenti universitari, il cui incarico venne cassato nel 2008 in virtù di una verifica circa la non fungibilità del ruolo di soprintendente da parte di un professore di II fascia.
I soprintendenti e i dirigenti del Ministero segnalano il pericolo di una scelta che in primo luogo getta discredito sul ruolo dei professionisti del Ministero e che evidenzia la disistima nei confronti del loro operato attraverso la totale esclusione di un soprintendente archeologo dalla guida di uno dei siti simbolo del patrimonio archeologico italiano
Le chiediamo pertanto con intendimento unanime l’immediata sospensione del procedimento e il ripristino delle regole, affinché sia possibile assicurare una corretta valutazione delle competenze specifiche dei soprintendenti e dirigenti del Ministero, offese da una procedura che espone ad arbitrii inaccettabili il futuro della tutela del patrimonio culturale italiano.

La Conferenza nazionale dei dirigenti di II fascia del Mibact