Nell’era della mania delle ricorrenze una delle più gradevoli è il centesimo concerto di Bruno Canino per l’Istituzione Universitaria dei Concerti nell’Aula Magna della Sapienza. Entra tutto curvo a passetti stentati. Che tristezza. Questo gran pianista è stato sempre il ritratto dell’energia abbinata alla spregiudicatezza. Vederlo vecchio è strano. Ma chissà che il suo carattere aperto e avventuroso sia rimasto intatto. Per una vita l’abbiamo associato alla musica contemporanea, mai interpretata in modo penitenziale. Anche se ha sempre suonato di tutto. Programma conciliante, adatto al pubblico conservatore dei pomeriggi alla Iuc. Classici del ‘700 nella prima parte, americani otto-novecenteschi nella...