Per il 53% dei francesi il paese è «in guerra» contro il terrorismo ma alla fine «vincerà» (63%). I francesi sono «fieri» (53%) della reazione dell’11 gennaio agli attentati, alla marcia hanno provato «fraternità» (59%), hanno constatato (81%) che il paese è «più unito» di quanto pensassero, si sono sentiti «più legati» al proprio paese (89%) e pensano che la Francia sia «più amata» all’estero di quanto avessero creduto.

Solo il 9% è disposto a rinunciare alla pubblicazione di caricature satiriche sulle religioni, malgrado gli attentati. Sono alcuni dei risultati del primo sondaggio realizzato dopo la settimana tragica del 7-9 gennaio e dei 17 morti (istituto Ipsos per Le Monde). Ma la violenza ha lasciato tracce profonde e una grande maggioranza sarebbe disposta a rinunciare ad alcune libertà per difendersi: il 71% è d’accordo per «generalizzare le intercettazioni» senza controllo giudiziario, e il 67% lo è per le perquisizioni, il 61% per «interrogatori» di sospetti «senza la presenza di un avvocato» (anche gli elettori di sinistra sono in maggioranza favorevoli a queste misure).

Il 50% approverebbe un «aumento» degli interventi militari della Francia all’estero per combattere il jihadismo (solo il 9% vorrebbe che diminuissero) e il 65% auspica che «la Francia intervenga più direttamente» in Siria. Parallelamente diminuisce però la percentuale che considera l’islam «incompatibile con i valori della società francese» (al 51%, ma era il 74% nel 2013).

Il 66% pensa che l’islam sia «una religione pacifica come le altre» e che «il jihadismo» ne sia «una perversione». Si distinguono però gli elettori del Fronte nazionale, secondo i quali la guerra deve essere condotta «contro l’islam in generale» (42%, contro una percentuale del 16% dei francesi in generale), perché per tre elettori dell’estrema destra su cinque questa religione «porta in sé i germi della violenza». Il governo ha deciso di diffondere un clip in tv e su Internet per combattere la propaganda jihadista, che circuisce i giovani promettendo loro «il paradiso», mentre li porta nell’ «inferno» delle guerre in Siria e in Iraq (1300 francesi sono andati o sono tuttora a combattere in Siria e in Iraq). a.m.m.