È ufficialmente cominciata la «riorganizzazione» del Movimento 5 Stelle. Lo annuncia Luigi Di Maio, il «capo politico» che secondo l’atto costitutivo del M5S ha la facoltà di modificare il regolamento che disciplina l’involucro legale del soggetto politico. «Nella nostra storia – spiega il vicepremier – ci sono stati tanti punti di svolta, quello di oggi è un salto che il M5S deve fare per mettersi meglio a servizio dei cittadini in questa sfida complessa che è il governo della nazione».

Proprio nella settimana del voto incrociato sulla sfiducia a Danilo Toninelli e l’immunità a Matteo Salvini, con il capogruppo al senato Stefano Patuanelli che annuncia che segnalerà ai probiviri ogni defezione dalla linea del M5S, Di Maio lancia una fase di consultazione che si avvale di «tutti gli strumenti disponibili: Rousseau, l’assemblea dei parlamentari dove siedono eletti di tutte le regioni e incontri fisici sul territorio».

Dunque il tema della riforma della struttura pentastellata è stato posto nell’«area di ascolto» della piattaforma telematica gestita da Davide Casaleggio. Nelle scorse ore, sono state pubblicate quattro domande. Si parte con questioni molto generiche, che pare un po’ difficile trattare compiutamente rispettando il vincolo inderogabile dei 2 mila caratteri per ogni risposta: «Cosa ne pensi della possibilità di una nuova organizzazione? Come pensi che dovrebbe essere strutturata sia a livello nazionale che sul territorio?», viene chiesto agli iscritti. La seconda domanda riguarda i «rapporti che il M5S dovrebbe tenere con le liste civiche presenti sul territorio», come anticipato dall’apertura di Di Maio ad alleanze su scala locale. La terza questione insiste sulle «regole che riguardano i consiglieri comunali», ma senza citare esplicitamente la delicata questione legata alla possibilità che venga rimosso il tetto dei due mandati elettivi. La quarta e ultima domanda riguarda proprio le consultazioni della piattaforma Rousseau: «Ogni quanto vorresti votare?», viene chiesto agli utenti della piattaforma.

Come di consueto, si tratta più di un sondaggio che di una discussione tra attivisti, visto che non sono previste interazioni del genere nel cosiddetto «sistema operativo» grillino. I quesiti vengono posti dai vertici, che evidentemente sono anche liberi di prendere in considerazione le risposte più congeniali. Gli iscritti hanno tempo per rispondere fino a venerdì prossimo. Per lunedì 24 marzo è invece previsto il primo incontro dei gruppi parlamentari. Successivamente, due parlamentari per ogni regione verranno incaricati di tenere assemblee e preparare un documento di sintesi del dibattito sui territori. Infine ci sarà un’ultima riunione congiunta dei parlamentari, fissata per il prossimo 4 aprile.

Di Maio nel suo messaggio ostenta ottimismo: «Mai come ora sento che stiamo andando nella direzione giusta, questa evoluzione è necessaria per il M5S ma soprattutto per l’Italia», dice presentando il calendario degli incontri.
Al momento lo staff del M5S è impegnato anche a vagliare il profilo dei quasi tremila aspiranti candidati che si sono proposti sulla piattaforma Rousseau per le elezioni europee di maggio. Entro la fine del mese potrebbero essere indette le europarlamentarie, ma gli undici parlamentari europei uscenti stanno già battendo i loro territori di riferimento, certi della ricandidatura e impegnati in un antipasto di campagna elettorale. Unico dubbio: sui capilista sarà Di Maio ad avere l’ultima parola. Anche se, visti i malumori, non è più scontato che il vicepremier scelga arbitrariamente candidati indipendenti, come era accaduto in occasione delle politiche.