Giornata di protesta, ieri, per gli esodati: la manifestazione ha visto Cgil, Cisl e Uil in piazza, davanti a Palazzo Montecitorio, ma ad alzare il livello dello scontro è stata la Lega, con Matteo Salvini, che ha prima fatto un presidio al ministero dell’Economia (definito dal partito «occupazione») e subito dopo ha occupato i banchi del governo di Camera e Senato. Nessuna soluzione concreta per il momento da parte del governo, che però già in mattinata aveva diffuso una nota dei ministri di Economi e Lavoro con l’annuncio che «si lavora per dare una risposta al disagio».

I gabinetti dei due dicasteri, secondo il comunicato, si sono già confrontati lunedì per affrontare il problema dei lavoratori rimasti senza occupazione nel 2011, con scarse possibilità di ricollocamento sul mercato del lavoro e prossimi alla pensione senza però averne maturato i requisiti. «Dopo le modifiche al sistema previdenziale introdotte dalla legge Fornero alla fine del 2011, i governi e il Parlamento sono intervenuti con sei distinti provvedimenti di salvaguardia a tutela dei lavoratori che avevano sottoscritto collettivamente accordi di incentivo all’esodo. Il governo sta attualmente valutando una soluzione» si ricorda nella nota, sottolineando infine che «il ministro Padoan e il ministro Poletti stanno seguendo i lavori con l’obiettivo di dare una risposta alle situazioni di disagio».

La riunione sembra fatta all’ultimo momento, per tamponare le proteste annunciate per ieri: che in effetti hanno deflagrato, visto che da un lato il governo ha finora ignorato il problema e tutte le persone che stanno male perché esodate, e dall’altro lato il premier Renzi gira in lungo e in largo per l’Italia a promettere che taglierà le tasse sulla casa. Insomma, le risorse quindi si potrebbero trovare, ma sembrerebbero indirizzate verso misure molto più “redditizie” sul piano elettorale.

Gli esodati hanno protestato in particolare contro la decisione del governo di incamerare le risorse risparmiate dal Fondo esodati nel 2013-2014 (500 milioni su un risparmio previsto di 3,3 miliardi), soldi che però non ci sarebbero più. L’ultimo check sui dati Inps è stato fatto recentemente dai ministeri del Lavoro e dell’Economia: della platea di 170 mila «salvaguardati», per i quali sono state stanziati 11,6 miliardi, sono state finora accolte circa 116 mila domande.

Le pensioni già liquidate sarebbero circa 83 mila rispetto alle 78 mila indicate nei dati aggiornati a luglio. Ma per i sindacati sarebbero invece quasi 50 mila coloro che sono rimasti esclusi dalle sei salvaguardie dei passati quattro anni.

I sindacati sono stati ricevuti dal sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta (Pd), ma all’uscita dell’incontro si sono dichiarati insoddisfatti. Successivamente, al ministero, è stata ricevuta anche una delegazione della Lega. «C’è l’impegno del governo», si tratta di un «nodo più che tecnico, politico», ha detto Baretta. Ma non avendo una soluzione immediata da offrire (cioè i soldi almeno per una settima salvaguardia) ha rinviato a un nuovo incontro tra 15 giorni. Il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano (Pd), però, chiede una risposta «entro la prossima settimana».

Stessa vaghezza sul problema della flessibilità in uscita, altro nodo della riforma Fornero che i sindacati chiedono di modificare: «Si sta ragionando a tutto campo», ha potuto abbozzare Baretta. Che tradotto dal politichese vuol dire che siamo ancora in alto mare: anche in questo caso, si sa che per Renzi non si tratta di una priorità.

«Mancava solo che il governo si pentisse! Aveva accettato di introdurre la flessibilità verso il pensionamento e poi ci ha ripensato; aveva detto che la “Fornero” creava problemi sociali e non si sbriga a risolverli», ha commentato il segretario Uil Carmelo Barbagallo. «Una riforma previdenziale, invece, è necessaria, e per gli esodati servono chiarezza e certezze: subito».
Pollice verso anche da Annamaria Furlan, segretaria Cisl, che twitta: «Serve una soluzione definitiva sugli esodati. È indegno lasciare le persone senza pensione e salario. La legge Fornero va cambiata».