Beppe Grillo basta un tweet per liquidare il provvedimento sul finanziamento ai partiti varato ieri come un’inutile presa in giro. O meglio: «Il decreto del governo Letta è l’ennesima presa per il culo. Basta balle d’acciaio. #fattinonpugnette». Più o meno è quello che pensano i forzisti, del resto sintonizzatisi sulle onde dei 5 stelle: «Inebriato dalle imminenti festività, nella inedita veste di Babbo Natale, Letta annuncia l’inattesa furbata: un decreto-legge che scippa al parlamento la legge sulla cosiddetta abolizione del finanziamento pubblico che era già in dirittura d’arrivo e obbliga le camere a ricominciare d’accapo tutto l’iter per la conversione», protesta Renato Brunetta. Senza contare che per Sandro Bondi il provvedimento è solo contro Silvio Berlusconi, perché con un misero tetto di 300 mila euro per le donazioni, come si fa ad andare avanti? E la colpa è ovviamente degli ex compagni di partito vittime del renzismo. Con gli alfaniani è subito polemica. Ma come, l’abolizione del finanziamento pubblico non era stata perseguita proprio dal Pdl, alla camera? Se lo chiede Barbara Saltamartini, Ncd. Per sentirsi rispondere dal forzista Luca D’Alessandro: «Non c’è limite alla vergogna».

Se Forza Italia si metterà di traverso al decreto per fare la guerra al governo, da Sel arrivano obiezioni nel merito: «La riforma resta iniqua», sottolinea il tesoriere e deputato Sergio Boccadutri, «si passa da un sistema basato sul consenso a uno basato sul censo». E Antonio Di Pietro si chiede: «Chi ha interesse a dare tanti soldi a una forza politica senza nulla in cambio? La risposta non è difficile». Conclusione: «Di fatto si legalizza la tangente».
A sera Enrico Letta compare invece al Tg2 promuovere il decreto: «Il passo più importante – dice – perché è quello sul quale i cittadini si sentivano più presi in giro. E’ il segno che stiamo facendo sul serio». E non si pensi a una competizione con Renzi: «Io e lui sappiamo che la nostra capacità di fare gioco di squadra è importante per il paese, sono molto contento e fiducioso».