Le ultime note di dicembre proiettano sull’anno che viene l’onda del Datagate. Uno scandalo emerso a giugno, con il viso da bravo ragazzo americano dell’ex consulente Cia Edward Snowden. Il tecnico informatico, 29 anni, che lavorava come contrattista per la Nsa (l’agenzia per la sicurezza Usa), a un certo punto ha ritenuto insostenibile lo strapotere assunto dall’intelligence oltre diritti e frontiere. E ha deciso di sottrarre alla Nsa circa 1,7 milioni di file e mostrarli al mondo. Poi è fuggito a Hong Kong, ma l’ira degli Usa lo ha rincorso, finché Putin non ha deciso di accoglierlo in Russia come rifugiato per un anno. Nel frattempo, il giornalista Glenn Greenwald e la documentarista americana Laura Poitras diffondevano le sue informazioni sul Guardian e sul Washington Post. A sostenere Snowden, Wikileaks e il suo fondatore Julian Assange, inseguito dalla vendetta degli Usa per aver rivelato il Cablogate e rifugiato all’ambasciata ecuadoriana a Londra. Il sito di Assange è stato l’unico ad aver accolto le rivelazioni del soldato Bradley Manning, il cui processo alla corte marziale, quest’anno, ha avuto spazio sui media solo quando Manning ha rivelato di voler essere una ragazza di nome Chelsea. I cable continuano a far discutere, sull’intreccio di guerre sporche e affari occulti che transitano dal Pentagono al club dei «Cinque occhi». Snowden si è fatto risentire per Natale in diretta su Channel 4: «Non volevo cambiare la società, ma informare i cittadini del rischio che corrono: ho compiuto la mia missione», ha detto.

Nell’anno horribilis che ha dovuto affrontare, incalzato dal Datagate e dallo spionaggio che ha coinvolto anche i suoi alleati, il presidente Usa Barack Obama ha promesso una riforma dell’intelligence senza vera sostanza. «Il dibattito sul diritto costituzionale alla privacy, negli Usa è una vera pantomima», ha dichiarato l’ex agente dei servizi segreti britannici Annie Machon: perché anche se il governo Usa deciderà di ridurre il controllo sulle persone nel paese, potrà continuare a intercettare in altri luoghi del mondo. E Assange ha rincarato: «Gli Usa non ridurranno la sorveglianza illegale, ma si aggrapperanno allo spionaggio come alle armi nucleari». Intanto, in Germania, Der Spiegel ha rivelato un altro file di Snowden secondo cui una divisione speciale della Nsa, nota come Tailored Access Operations (Tao) inserisce sistemi d’intercettazione nei computer comprati via internet e pirata il sistema di errori di Microsoft per spiare i suoi bersagli. Oltre a Prism, con cui gli Usa hanno spiato i paesi europei e l’Onu, si scopre che la Nsa ha piratato la rete informatica di 16 società, che usavano i cavi sottomarini per le telecomunicazioni Sea-Me-We 4. Tra queste, anche la francese Orange, che si costituirà parte civile contro l’Agenzia Usa. «Quando tutto è cominciato non credevo saremmo arrivati a tanto», ha affermato l’editore del Guardian, Alan Rusbridger, obbligato dai servizi segreti britannici a distruggere l’archivio del Datagate.