Su Google Play e Apple Store è stata scaricata da oltre un milione di utenti. Che apprezzano: le recensioni sono a 5 stelle. È la app saudita Absher, presentata con la foto tranquillizzante di una giovane famiglia riunita in cucina.

«Potrai accedere in sicurezza al tuo profilo e a quello dei tuoi familiari o dipendenti e a una vasta gamma di servizi online», si legge nella presentazione. Come il rinnovo della patente e della carta di identità o l’accesso a assicurazioni sanitarie. Detta così, sembra innocua. Non lo è, denunciano le associazioni per i diritti umani: molti uomini la usano per «dare il permesso» a mogli, figlie, sorelle di viaggiare e per definire i dettagli dell’eventuale viaggio. Oppure per impedirglielo.

La donna viene registrata nella app dell’uomo: se lei tenta di lasciare il paese senza permesso (vedi il caso di Rahaf al-Qunun), a lui arriva una notifica. Sarebbero mille ogni anno le donne che tentano la fuga: Absher ne ha bloccate almeno la metà.

Nella petromonarchia, il sistema del guardiano costringe le donne a sottostare al permesso di un uomo (che sia il marito, il padre, il fratello) per lavorare, studiare, viaggiare, anche uscire di prigione. Ora il guardiano può farlo comodamente dal suo smartphone: è il Medioevo 2.0, la distopia di un regime ultraconservatore e al tempo stesso iper-tecnologico. Apple, dopo le richieste di rimuovere la app dal suo store, fa sapere che verificherà.