Sono arrivate un po’ a sorpresa le dimissioni del premier sloveno Marjan Sarec. Per l’ex comico e giornalista «il governo non è stato in grado di attuare riforme radicali o strutturali» ed ha chiesto che si andasse ad elezioni anticipate. «Con questa coalizione, questa situazione in Parlamento, non posso soddisfare le aspettative del popolo» ha aggiunto Sarec. Il premier, che formalizzerà domani le dimissioni, è alla guida di un governo di minoranza in carica dal settembre 2018. L’esecutivo era sostenuto da cinque partiti, la Lista di Marjan Sarec, i Socialdemocratici, il Partito del Centro Moderno, l’Alleanza di Alenka Bratusek e il Partito Democratico dei Pensionati della Slovenia.

Lo scorso novembre Sarec aveva perso l’appoggio del partito di sinistra Levica, rendendo così impossibile l’approvazione delle riforme del sistema sanitario e pensionistico promosse dal suo governo. Nei giorni scorsi si era dimesso anche il ministro delle Finanze Andrej Bertoncelj in polemica con lo stesso premier. Nei prossimi giorni il presidente della Repubblica Borut Pahor avvierà delle consultazioni per verificare l’esistenza di una maggioranza alternativa in Parlamento. L’ex primo ministro e capo dell’opposizione Janez Jansa ha però dichiarato che il voto anticipato sarebbe «di gran lunga l’opzione migliore». Alleato di Viktor Orban, Jansa è a capo del Partito democratico sloveno che alle scorse elezioni si era imposto con il 25% dei consensi, senza riuscire però a formare un governo.