Continua la sequela di sconfitte di Sky per la scellerata politica di chiusura della sede romana con trasferimento forzoso a Milano dei dipendenti. Dopo i molti ricorsi accolti che hanno portato anche ad un pignoramento nella sede televisiva rimasta nel centro della capitale, e varie sentenza di reintegro in cui l’azienda ha dimostrato ben poca compassione verso i propri dipendenti, ieri è arrivato un nuovo pronunciamento contrario alla pay tv.

Il giudice Tizzano del tribunale del lavoro di Roma ha annullato in via d’urgenza il trasferimento da Roma a Milano disposto da Sky in piena emergenza Covid-19 di una giornalista addetta alla sede romana, fruitrice dei benefici della legge 104 per la madre 80enne, con due figlie minori a carico di cui una con gravi problemi comportamentali.
Il Tribunale ha rilevato che a fronte delle comprovate esigenze di assistenza e della disponibilità più volte manifestata dalla lavoratrice a mutare le proprie condizioni di lavoro pur di rimanere a Roma, Sky non ha provato la sussistenza delle ragioni tecniche e organizzative del trasferimento; e che anzi vi sono per stessa ammissione della società posti assegnabili, anche in relazione a nuove iniziative editoriali, ma non assegnate per imprecisate generiche e indimostrate ragioni.
Il Tribunale ha aggiunto che il fatto che attualmente i giornalisti Sky siano per lo più in smart working non elimina le ragioni d’urgenza, posto che per disposizione aziendale si attuerà a breve una rotazione nel rientro, dalla quale non v’è motivo di ritenere che la lavoratrice resterà esclusa.
Sky dovrà quindi riassegnare la giornalista – assistita dall’avvocato Claudia Costantini dello studio legale D’Amati – alla sede di Roma.