È interminabile l’elenco  di sciagure che si abbattono su quella che è stata la prima Repubblica libera del Continente. Dopo il devastante terremoto  del 2010 con oltre 200mila vittime, il disastroso uragano Matthew del 2016, l’epidemia di colera (portata dalle truppe Onu) che ha ucciso circa 10mila persone contagiandone oltre 800mila e il Covid-19, Haiti è stato colpito ieri  da un altro violentissimo terremoto di magnitudo  7.2 della scala Richter,  a circa 12 km a nord-est di Saint-Louis du Sud,  a una profondità di 10 km, a cui ha fatto seguito  una seconda scossa 5.2. Cinque le vittime già accertate e numerosi gli edifici crollati nel sud, mentre è in arrivo tra lunedì e martedì la tempesta tropicale Grace.

Il disastro, ha avvisato l’istituto geologico statunitense Usgs, potrebbe essere ben più ampio. «Ci sono morti,  ma non ho ancora il bilancio preciso», ha riferito il direttore della protezione civile Jerry Chandler, aggiungendo che il premier Ariel Henry, nominato dopo l’omicidio, il 7 luglio, del presidente Moïse, si stava recando al centro operativo a Port-au-Prince.