Un primo carico di armi chimiche siriane ha lasciato il porto della città costiera di Latakia a bordo di una nave danese. Il trasferimento avviene in seguito alla risoluzione delle Nazioni unite dello scorso 28 settembre 2013, che aveva adottato all’unanimità la risoluzione sulla distruzione delle armi chimiche in Siria. L’accordo aveva scongiurato un possibile intervento statunitense nel conflitto. Le armi saranno trasferite su una nave statunitense, per poi essere distrutte in acque internazionali. Per garantire la sicurezza dell’operazione, sono presenti navi cinesi, danesi, norvegesi e russe, che scorteranno il materiale a bordo del mercantile. «Un primo quantitativo di sostanze chimiche è stato caricato su una nave mercantile danese, che ha lasciato il porto di Latakia diretta verso acque internazionali». È quanto ha confermato il capo della missione congiunta per la distruzione dell’arsenale chimico in Siria, Sigrid Kaag. Secondo l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), questo primo carico di agenti chimici pericolosi proviene da due diversi siti. L’organizzazione parla di «primo passo importante» e «incoraggia il governo siriano a mantenere lo slancio a rimuovere i restanti agenti chimici, in modo sicuro e tempestivo». La scorsa settimana il Pentagono aveva annunciato che le 700 tonnellate di armi chimiche saranno distrutte, all’interno della nave «Cape Ray», ancora in fase di preparazione a Portsmouth in Virginia.

A complicare invece la strada verso la conferenza di pace per la Siria di Ginevra II, prevista per il 22 gennaio, potrebbe essere l’assenza iraniana. Per ora, l’Iran non è tra gli invitati per la conferenza. Il portavoce delle Nazioni unite Farhan Haq ha spiegato che tra i trenta paesi invitati figurano Arabia Saudita, Turchia, Iraq e Giordania. Secondo fonti diplomatiche, una decisione definitiva sulla partecipazione iraniana sarà presa il prossimo 13 gennaio in un incontro tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il segretario di Stato degli Stati uniti, John Kerry (in alto ad Amman ieri, foto reuters). «Speriamo davvero che possano raggiungere un accordo sulla partecipazione dell’Iran a Ginevra II», ha auspicato il Segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-Moon. La scorsa domenica Kerry aveva sottolineato il ruolo iraniano nella soluzione della crisi siriana. Dal canto loro, i negoziatori iraniani hanno confermato il loro interesse a partecipare ai colloqui «senza precondizioni». Infine, riprendono giovedì i round negoziali tra Iran e i 5+1 (Usa, Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna e Germania) per discutere l’attuazione dell’accordo sul programma nucleare di Tehran raggiunto lo scorso 24 novembre. L’implementazione dell’intesa è bloccata in seguito all’inasprimento delle sanzioni alle aziende iraniane, approvate lo scorso dicembre da Washington.