La cittadina di Jelma nella regione interna tunisina di Sidi Bouzid vive un dejà vu, una collera popolare molto simile a quella che a fine dicembre 2010 segnò l’innesco della «Rivoluzione dei Gelsomini», scaturigine di quelle che si propagarono oltre i confini in Egitto e persino in Libia e furono poi chiamate come un unico movimento «primavere arabe».

I giovani del paesino nella zona più povera della Tunisia al tramonto si radunano nei pressi del luogo dove lo scorso 29 novembre un ragazzo di 25 anni, Abdelwaheb Hablani, si è auto-immolato dandosi fuoco per denunciare le sue disperate condizioni di vita, proprio come fece il 18 dicembre di nove anni fa il venditore ambulante di carote Mohamed Bouazizi nella piazza principale di Sidi Bouzid.

Circa 300-500 giovani, quasi tutti tra gli 11 e i 18 anni – secondo rapporti del ministero dell’Interno tunisino – si scontrano con le unità della polizia tirando sassi, bruciando copertoni ed erigendo barricate e blocchi stradali sulla vicina strada stradale 3 che collega Tunisi con Gafsa.

La notte del 30 novembre gli scontri sono andati avanti per cinque ore e anche un ufficio postale è stato preso come bersaglio, unico simbolo di presenza statale. Alla quinta nottata di tafferugli, ieri la polizia ha compiuto undici arresti, portando così a 23 le persone fermate per le proteste di Jelma.

Le richieste dei giovani sono abbastanza generiche: secondo il quotidiano online Tunisie Numerique vanno da alloggi popolari di edilizia pubblica a cure sanitarie gratuite e sussidi di mantenimento.

Intanto a Tunisi il nuovo governo del premier incaricato dopo le elezioni, Habib Jemli, ancora non vede la luce. Le trattative tra le forze politiche della maggioranza, da cui si è tirato fuori il Fronte popolare di sinistra, si sono bloccate sugli incarichi del ministeri più pesanti, anche se il partito islamista Ennadha fa sapere che la lista dei ministri dovrebbe essere pronta per la prossima settimana.

L’economia tunisina non dà segnali positivi, negli ultimi giorni anche la compagnia aerea Tunisair ha annunciato 400 esuberi. Domenica scorsa le pessime condizioni stradali e la scarsa manutenzione dei mezzi di trasporto hanno causato un grave incidente: un autobus con 43 passeggeri a bordo è precipitato da un ponte, sono morti 27 giovani.