I 3.674 nuovi casi positivi rilevati nelle ultime 24 ore risentono del calo dei tamponi sotto ferragosto. Il tasso di positività infatti schizza al 4,9%. I 24 decessi e i 20 ricoverati in più in terapia intensiva mostrano che la lenta ma continua ondata di agosto non ha ancora raggiunto il picco.

Più che sui dati nazionali del giorno, gli occhi sono puntati soprattutto sui numeri degli ospedali di alcune regioni, Sicilia in primis. Qui il numero di ricoverati sta raggiungendo le soglie critiche che farebbero scattare le limitazioni della “zona gialla”: l’obbligo di mascherina all’aperto e limiti più stringenti al pubblico ammesso in eventi e manifestazioni.

LA “ZONA” SCATTA quando i pazienti Covid occupano il 10% dei posti letto in terapia intensiva e il 15% nei reparti ordinari. Nell’ultimo monitoraggio ufficiale, in Sicilia i ricoverati positivi erano il 6% in terapia intensiva e il 14% negli altri reparti. Nell’ultima settimana, quelli gravi sono aumentati ulteriormente e ormai sfiorano il 9%. Il passaggio in zona gialla, che avrebbe ricadute serie sul turismo, si gioca dunque sul filo dei numeri. Se la crescita dei ricoveri proseguirà, nel giro di pochi giorni la Sicilia potrebbe superare la soglia.

I numeri da “zona gialla” ci sarebbero già, se nelle ultime settimane la regione non avesse incrementato il numero di posti letto disponibili e, di conseguenza, abbassato il tasso di occupazione delle terapie intensive. All’inizio di luglio in Sicilia c’erano 652 posti letto in terapia intensiva (dati Agenas). Con quei numeri, i 71 ricoverati di oggi avrebbero già portato la regione in “giallo”. Ma secondo l’ultimo monitoraggio ufficiale i letti di terapia intensiva disponibili in Sicilia oggi sono oltre 830, quasi duecento in più.

Un numero sospetto per una regione già accusata di truccare i dati sui contagi.

AD ACCORGERSI del “miracolo sanitario” è stato Vittorio Nicoletta, dottorando in sistemi decisionali e analisi dei dati all’università canadese di Laval. «Per il calcolo – spiega – basta incrociare il tasso di occupazione ufficiale con il numero dei ricoverati alla data del monitoraggio. Il problema è che questi posti letto aggiuntivi non sono quelli rilevati dall’Agenas (754 ieri, ndr) né corrispondono ad una reale capacità sanitaria supplementare, perché non riguardano anche il personale».

Secondo il decreto del 23 luglio sulle zone colorate, le regioni possono aggiornare i posti letto disponibili. Ma a patto che «non incidano su quelli già esistenti e destinati ad altre attività». In altre parole, ai nuovi letti devono corrispondere medici e infermieri in più, non sottratti ad altri reparti o ai posti letto già allestiti.

LA REALTÀ DELLA RETE ospedaliera siciliana appare assai diversa: proprio in questi giorni si moltiplicano le proteste per le carenze di organico nella regione. «L’aumento dei posti viene effettuato a scapito di altri posti letto delle unità operative internistiche» denuncia ad esempio Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo ed ex-primario all’ospedale di Modica dove da ieri sono bloccati i reparti in malattie infettive e in geriatria. «Ancora una volta si aumentano i posti letto Covid a scapito di altri posti letto, già di per sé largamente insufficienti ad affrontare tutte le altre emergenze che si presentano sempre più numerose. Ecco perché il Pronto soccorso di Modica, così come tutti gli altri della provincia, vive momenti sempre più drammatici, con decine e decine di pazienti in attesa di ricovero».

L’EMERGENZA COVID aggrava un problema cronico. Per tenere aperti gli ospedali di Agrigento e Licata a corto di medici, due giorni fa la regione ha distaccato personale da quelli di Palermo e Cefalù. Mancano medici anche a Alcamo, Paternò, Marsala dove in questi giorni si sono moltiplicate le proteste di cittadini e amministratori locali. L’afflusso di turisti nella regione non aiuta. «Aumenta il numero delle presenze sul territorio e, di conseguenza, presso gli ospedali in un momento dell’anno in cui invece i reparti tendono fisiologicamente a svuotarsi di personale sanitario per il giusto e meritato periodo di ferie», spiega il commissario straordinario alla sanità agrigentina. Lo aveva ammesso lo stesso presidente regionale Nello Musumeci «Roma deve aiutarci a trovare dei medici specialisti», aveva detto il 5 agosto inaugurando un nuovo reparto di terapia intensiva a Palermo, 17 posti letto per ora senza medici. Arriveranno forse in settembre, dopo il concorso bandito per reclutare 247 anestesisti rianimatori per la Sicilia. Al concorso però si sono presentati solo in 229, di cui appena 121 hanno già la specializzazione necessaria per entrare in servizio.