Il Pd sceglie Fabrizio Micari e scarica Rosario Crocetta dopo averlo costretto sull’ottovolante a cambiare cinque governi, uno all’anno, nell’arco della legislatura che sta per terminare. Ma prima di convocare la direzione regionale del partito per ratificare il sostegno al rettore di Palermo come candidato alla presidenza della Regione, Fausto Raciti, segretario dei dem in Sicilia, proverà a lanciare un salvagente al governatore, “tradito” proprio dai “compagni” che ora sperano di fargli cambiare idea rispetto alla sua volontà di ricandidarsi per il secondo mandato.

A NULLA È SERVITO, durante la riunione di segreteria dei dem, il tentativo del senatore Beppe Lumia, vicino a Crocetta, di rilanciare il tema delle primarie. Avanti con Micari è stato il diktat di Matteo Renzi, forte ormai del patto con Angelino Alfano sulla legge elettorale per le politiche. Lo strappo col governatore però preoccupa una parte del partito; secondo alcuni sondaggi le liste di Crocetta supererebbero agevolmente la soglia di sbarramento del 5% e questo fa gola a Renzi e Alfano che puntano a racimolare il più possibile per giocarsela con il Movimento 5 Stelle e col centrodestra. Difficile poi che il governatore torni sui propri passi, anche perché in quel “campo largo” di centrosinistra, ormai diventato “stretto” e di centro, Renzi ha consegnato il ruolo di protagonista a Leoluca Orlando che è riuscito a imporre Micari e si prepara a fare le «liste del territorio» con dentro socialisti, ex cuffariani ed ex forzisti. Sintomatica appare, in questo senso, l’idea lanciata da Giovanni Panepinto, deputato regionale dem con bacino elettorale nell’agrigentino: un ticket Micari-Crocetta. Insomma, la paura nel Pd fa novanta.

E a sinistra? L’unità tanto ricercata e poi sbandierata dopo che Mdp ha smascherato il grande bluff del “modello Palermo”, non c’è ancora. Anzi, si intravedono quei rigurgiti sfascisti che hanno portato la sinistra in Sicilia ai minimi termini, senza rappresentanza istituzionale ormai da oltre dieci anni. A puntare i piedi è Rifondazione comunista e parte del cartello di «Sinistra comune», alleata a Palermo proprio con Orlando e briciole di alfaniani ed ex cuffariani. Assieme a Possibile di Civati, Rifondazione sostiene la candidatura di Ottavio Navarra, l’editore ex Pci che sta opponendo resistenza rispetto all’ipotesi Claudio Fava, nome proposto dal movimento di Pier Luigi Bersani su cui c’è la convergenza di Sinistra italiana che domenica prossima riunirà il comitato politico per la ratifica del sostegno. Il coordinamento regionale di Mdp si riunirà invece domani ed è scontato il via libera a Fava che ha già dato la propria disponibilità.

A ROMA SONO IN CORSO colloqui per cercare di evitare spaccature sul nome dopo aver fatto naufragare il progetto di “campo largo” su cui aveva lavorato Renzi. Probabile un ticket Fava-Navarra, mentre è ormai accantonato il nome di Corradino Mineo; con Fava si sono schierati anche i Verdi che stanno facendo pressing nei confronti di Navarra. Se Rosario Crocetta confermerà la sua candidatura la sinistra si presenterà comunque spaccata; il governatore potrebbe aggregare attorno a sé e al suo movimento «il Megafono» la corrente Emiliano del Pd, rappresentata in Sicilia da Lumia e da Giuseppe Antoci, presidente del parco dei Nebrodi, e responsabile legalità dei democratici, incarico che gli ha conferito Renzi. Alle primarie, il presidente della Puglia Michele Emiliano ottenne circa il 10% con punte di oltre il 15%, ecco perché per Renzi il governatore potrebbe rappresentare un bel problema.

Chi sembra volere approfittare di questo quadro frastagliato è Silvio Berlusconi; molti dentro Forza Italia danno per certo il sostegno a Nello Musumeci, fino ad ora indigesto a quel pezzo del partito che fa capo a Gianfranco Miccichè e che aveva lavorato prima al recupero di Alfano e poi alla candidatura dell’avvocato Gaetano Armao, nome gradito a Berlusconi. L’ex cavaliere però sarebbe ormai orientato ad appoggiare Musumeci, nonostante non sopporti che a fianco dell’ex sottosegretario ci siano molti finiani della prima ora, come Sergio Granata e Carmelo Briguglio.
Si va dunque verso un ticket Musumeci-Armao, sul quale ci sarebbe anche il sostegno di Cantiere popolare, il partito guidato da Saverio Romano.

GLI EX CUFFARIANI stanno cercando di recuperare l’ex rettore di Palermo, Roberto Lagalla, che aspirava ad ottenere la candidatura col centrosinistra e che difficilmente farebbe da comprimario a Fabrizio Micari, il suo successore in Ateneo. Lagalla è stato assessore alla sanità nel governo Cuffaro e potrebbe rientrare nella sua vecchia casa, portando in dote il movimento IdeaSicilia con il quale ha fatto campagna elettorale in giro per l’isola.