Mani di Luna nasce dall’incontro di tre amici musicisti, Alessandro, pugliese di San Pancrazio Salentino in provincia di Brindisi, laureato in scienze politiche a Perugia; Simone, veneto con esperienze in Africa e in Brasile dove ha conosciuto la sua compagna perugina, laureato in agronomia a Padova; e Rocco, perugino, agronomo ed enologo. Suonando insieme e condividendo l’interesse per l’agricoltura nel 2012 hanno avuto l’occasione di prelevare un’azienda agricola a Torgiano, a Pontenuovo esattamente.

Perché si chiama Mani di Luna?

Alessandro: Inizialmente pensavamo di chiamarla Mani e Piedi, perché facciamo il vino lavorando con le mani e con i piedi, ma ci è stato sconsigliato… spesso ai piedi si associa qualche odore…e quindi abbiamo inserito la Luna perché faccciamo agricoltura e vino biodinamico e seguiamo quindi il calendario lunare. L’azienda è grande, sono 65/70 ettari e ne abbiamo presi in affitto 35. Sono circa 8 ettari di vigneto, una quindicina di ettari di oliveto, un ettaro di ciliegie, un po’ di seminativo e una trentina di ettari di bosco.

Come è cambiata negli anni l’azienda?

Simone: L’agricoltura biologica, biodinamica e i vini naturali erano un settore un po’ inesplorato, noi siamo stati tra i primi qui in Umbria a fare questi discorsi. Ci siamo buttati subito a capofitto più che altro per un discorso salutistico, non ci andava di avvelenarci, siamo noi i primi a consumare quello che produciamo. Siamo cresciuti anche confrontandoci con altri viticoltori con molta più esperienza in varie parti d’Italia, con piemontesi tipo Bellotti, abbiamo fatto corsi con Nicolas Joly che è uno dei precursori della biodinamica, abbiamo imparato e stiamo imparando tutt’ora molte cose.

Come si puo definire la vostra azienda, piccola, media…

Simone: In media facciamo 15 mila bottiglie di vino, un’azienda definita piccola ne fa almeno 40 mila. Ma la cura che ci mettiamo sulle piante, sui campi, non sarebbe fattibile in aziende più grosse. Siamo partiti che non avevamo cantina, non avevamo niente e grazie anche all’aiuto di un amico ci siamo costruiti la cantina. È stato un percorso abbastanza difficile, siamo partiti con i soldi delle ciliegie. Con 3 mila euro ci siamo aperti la partita Iva, pagato la Camera di Commercio, queste robe qua.

Chi compra il vostro vino?

Alessandro: Lo vendiamo in tutta Italia e da due anni anche all’estero, a New York, in Giappone, in Europa. Stiamo investendo nelle fiere di vini naturali. Ci siamo associati con VinNatur e da poco abbiamo preso il marchio per la certificazione biodinamica con Agri.Bio.Piemonte. Recentemente abbiamo fatto la fiera VinNatur di Piacenza e in contemporanea il Vinitaly al padiglione del ViVit, per i vini naturali riservato a chi fa agricoltura biodinamica. A entrambe le fiere c’erano dei giapponesi che per tre giorni sono venuti ad assaggiare i nostri vini, anche due volte al giorno. Io dicevo a Simone «che palle ‘sti giapponesi…» e poi alla fine sono venuti a fare un ordine di 2 mila bottiglie. Non mi è restato che inchinarmi alla giapponese con le mani giunte. Ormai da due/tre anni abbiamo clienti all’estero che stanno ricomprando il nostro vino, il che vuol dire che è apprezzato. La nostra crescita è data dalle vendite all’estero che ammontano a circa il 70% del totale. Vendiamo bancali di vino pagati in anticipo, ma in Italia questo non accade, in Italia c’è un discorso di distribuzione, percentuali sulle vendite, anche del 30/40%.
Simone: Ma il nostro vino è apprezzato anche perché dietro c’è un terroir, un terreno d’elite ancora poco cosciuto. Qui in zona c’è solo una grande azienda, la Lungarotti, che fa il vino Doc Torgiano, una delle Doc più piccole d’Italia. E’ una zona poco nota che pero può dare frutti di altissimo livello. I vini bianchi di queste zone senti che hanno una sapidità fuori dal comune. Abbiamo fatto delle ricerche e abbiamo capito che in tempi remoti c’erano tanti laghi salati qui nelle valli interne dell’Umbria, il più grande era il lago Tiberino. Questi vini devono molto a questo terreno e l’agricoltura biodinamica non fa che esaltare queste caratteristiche.
Alessandro: l’azienda siamo tre persone che vogliono farsi gli ortaggi da soli, ci facciamo l’olio da soli, ci facciamo il vino da soli, cerchiamo di comprare la pasta fatta qui a cento metri perché abbiamo la fortuna di avere un mulino qui accanto…l’idea è di autosostenerci il più possibile. Ci siamo divisi le responsabilità, io mi occupo del commerciale, Rocco è l’enologo e si occupa della cantina e Simone è l’agronomo e si occupa dei campi.
Ci facciamo aiutare quando occorre da dei woofer, persone che vengono ad aiutarci in cambio di vitto e alloggio per pochi giorni, vengono a fare un’esperienza, sono capitati amici della zona ma anche da altre regioni d’Italia e qualcuno anche dall’estero.
Questo si collega anche col discorso della musica, ci piace stare insieme, condividere quello che facciamo e anche la criticità di tre persone che vengono da tre posti diversi ci fa piacere condividerla con altri. L’ amicizia è una cosa importante.