«Sei favorevole all’elezione del prof. Giuseppe Conte alla carica di Presidente del Movimento 5 Stelle?»: alle 19 di ieri 40 mila iscritti avevano votato per rispondere a questa domanda e ratificare la leadership di Giuseppe Conte, come da proposta del garante Beppe Grillo. Dunque alla chiusura delle urne virtuali gestite da Skyvote prevista per questa sera alle 22, l’ex presidente del consiglio diventerà ufficialmente il capo politico del M5S. È una giornata in cui non c’è bisogno che i grillini trattengano il fiato su numeri e proiezioni, visto che per questo tipo di decisione non è previsto alcun quorum.

Sarà un momento di svolta e di ritrovata unità ma è vero anche che il garante tace. Grillo incombe ma non si palesa. Non ha commentato l’approvazione dello statuto e non ha dato indicazioni di voto per Conte in queste ore. Lo ha fatto Luigi Di Maio, che saluta «un momento di cambiamento e partecipazione, per raggiungere un altro risultato che ci consentirà di completare il nostro percorso di rinnovamento». La ministra per le politiche giovanili Fabiana Dadone definisce Conte «l’uomo della mediazione che ci ha mostrato come la politica possa raggiungere una sintesi tra vedute diverse, che l’arroganza e la violenza verbale ci allontanano dal raggiungere gli obiettivi. Giuseppe ha riportato in politica l’eleganza e l’importanza dell’uso delle parole. Delle giuste parole. Del dialogo. Il Movimento 5 Stelle può ripartire da qui, con forza e determinazione».

Intanto, per il prossimo 10 agosto, notte di San Lorenzo, alcuni gruppi di iscritti hanno organizzato la notte delle «stelle cadenti»: invitano tutti a disiscriversi in massa dal Movimento 5 Stelle per protestare contro il nuovo corso. «Le azioni degli ultimi mesi del fu-Movimento, dal tradimento degli Stati generali, alla fiducia a Draghi fino al voto favorevole alla ‘schiforma’ Cartabia, sono state un’offesa a tutto il percorso che ci ha visto protagonisti, fieri e dignitosi della scena politica» scrivono dalla pagina Facebook «Parola agli attivisti» animata tra gli altri da Francesca De Vito, consigliera 5 Stelle in Regione Lazio.

I promotori segnalano adesioni dalla base, di certo non risultano sussulti tra gli eletti. Tanto che i nuovi dissidenti guardano a quelli delle tornate precedenti: Nicola Morra o Barbara Lezzi , espulsi dal M5S dopo aver negato la fiducia al governo Draghi, o la componente che si è chiamata L’Alternativa C’è. E sperano di riprendersi anche la piattaforma Rousseau: «Speriamo che Davide Casaleggio raccolga il nostro appello».