È stato convocato dal governo in grande fretta lunedì sera, ieri mattina il Comitato tecnico scientifico si è riunito per dare il pare all’esecutivo sulle misure da adottare per mitigare la diffusione del contagio. La maggior parte dei suggerimenti – hanno fatto trapelate gli esperti – sono stati più volte proposti da gennaio fino a sabato scorso, ma sempre inascoltati. No a un lockdown nazionale, hanno ripetuto, ma zona rossa automatica appena si supera la soglia dei 250 casi su 100 mila abitanti in 7 giorni e fine settimana rossi in tutta Italia, come durante le vacanze di Natale. Questi i principali suggerimenti forniti dal Cts.

CONFERMATO quindi il sistema a fasce di colore ma, causa varianti, tutte le regole in ogni zona vanno inasprite, i movimenti limitati anche in zona gialla. Per i tecnici è particolarmente importante adottare il rosso automatico quando si supera la soglia dei 250 casi: una zona, però, rafforzata sul modello Codogno, con misure stringenti e il controllo sulla loro applicazione. Il passaggio deve avvenire in base a un meccanismo rigido e non a discrezione dei governatori, come prevede ora il dpcm per il livello locale. La proposta era già stata avanzata dall’Istituto superiore di Sanità e condivisa dal Cts nella riunione dell’8 gennaio ma era stata respinta dalla regioni.

Abbassare la curva per allentare la pressione sugli ospedale, consentire la campagna vaccinale e riprendere il contact tracing, possibile solo se si scende a 50 casi per 100mila abitanti in 7 giorni. Inoltre, come era già indicato nel verbale di venerdì scorso, è necessaria una «tempestiva conclusione della revisione degli indicatori epidemiologici di monitoraggio» per avere dati aggiornati in base ai quali agire rapidamente a livello nazionale e locale. Infine va estesa la vaccinazione e potenziato il sequenziamento delle varianti. Consegnate le raccomandazioni, si attende adesso la Cabina di regia per decidere sulla loro applicazione, che potrebbe scattare già dal prossimo week end.

MATTEO SALVINI, a riunione in corso, già commentava: «È doveroso il ritorno alla vita dove si può. No a interventi in modo generico, ma in modo chirurgico. Un lockdown nazionale sarebbe punitivo». E così sono ricominciati i distinguo in una parte della maggioranza, che hanno bloccato le misure più rigide nel dpcm entrato in vigore sabato scorso. Il governatore della Liguria, Giovanni Toti: «Totalmente contrario all’ipotesi di una chiusura generalizzata». E il collega veneto Luca Zaia: «Di certo il Cts in questa fase non scrive provvedimenti per il Veneto. La prevenzione non ci ha segnalato situazioni che richiedano la necessità di istituire micro zone rosse».

SONO STATI 19.749 i nuovi casi di Coronavirus registrati ieri in Italia su 345.336 test. Il tasso di positività è sceso al 5,7%. Le vittime sono state 376. Cresce ancora la pressione sugli ospedali: i ricoverati con sintomi sono 22.393, con un incremento di 562 unità rispetto a lunedì; i pazienti in terapia intensiva 2.756, più 56. In isolamento domiciliare ci sono 453.734 persone. La regione con il maggior numero di nuovi casi è stata la Lombardia (4.086) seguita da Campania (2.709), Emilia Romagna (2.429), Piemonte (2.018) e Veneto (1.608). Napoli con 1.424 contagi è stata la prima provincia ieri per nuovi positivi, quindi Torino (1.059), Milano (1.056) e Bologna (923).

IL PRESIDENTE MATTARELLA ieri mattina si è vaccinato allo Spallanzani di Roma. La campagna di immunizzazione è l’altro focus del governo Draghi. Ieri è stato ascoltato in commissione Igiene al Senato Giovanni Rezza, direttore della prevenzione del ministero della Salute: «Abbiamo messo a punto un modello matematico per capire quando potremo tornare a una pseudo-normalità – ha spiegato -. Vaccinando 240mila persone al giorno riusciremo in 7-13 mesi a tornare alla normalità». E sul piano per le somministrazioni: «Bisogna essere flessibili, contiamo di andare in conferenza Stato – Regioni domani con le nuove raccomandazioni. Tra i gruppi a cui dare priorità ci sono i caregiver, una categoria ampia che va definita. I genitori di bambini immunodepressi dovranno avere priorità così come le comunità, per esempio carceri, malati mentali, portatori di handicap».

IL MONITORAGGIO settimanale, venerdì, potrebbe sancire un nuovo peggioramento della situazione con la maggior parte delle regioni in arancione e rosso. In giallo potrebbero rimanere Sicilia, Valle d’Aosta e Liguria con la Sardegna in bianco. L’Emilia Romagna ha deciso la sospensione dei ricoveri programmati procrastinabili in tutta la regione. In Alto Adige prolungato il lockdown fino al 22 marzo, è il terzo da inizio pandemia.