Sostiene Salvini che per piantarla co’ sta pacchia delle baby-gang, la galera non basta e ci vuole la cultura: a quei genitori che non mandano i figli a scuola allora, due anni di galera; Matteone poi non è mica sceso dal fico e sa benissimo che l’80% dei genitori che a scuola i figli non ce li mandano sono criminali che in galera già ci stanno… allora prima sbattiamo al fresco il restante 20% dei genitori che ancora criminali non sono ma che in due anni di galera sicuramente lo diventano, meglio è.

Non fa una piega. In quanto ai genitori dei bambini che a scuola vanno male un anno e nove mesi, a quelli che in classe non stanno attenti un anno e sei mesi, a quelli che si mettono le dita nel naso tre mesi e se si mangiano le caccole altri tre.

C’è poi la minaccia dei siti porno: due, tre pippe a settimana? Sei mesi ai domiciliari; una pippa al giorno? Nove mesi; 2 pippe al dì? Ricovero a tempo indeterminato in pronto soccorso oculistico. Dato poi che un ragazzino ai domiciliari o ricoverato a scuola non ci va, per i genitori dei piccoli pippaioli scattano pure i famigerati due anni di galera, dove volenti o nolenti un certo numero di pippe inizieranno a farsele pure loro… un circolo vizioso di delitti che generano pene e pene che generano il delitto di toccarsi il pene.

Comunque sia, sostiene ancora Salvini memore di quando alle elementari al secchione di turno gli fregava sempre la merendina, con la cultura non si mangia, e se la carota scarseggia bisogna incrementare il bastone: un blitz di carabinieri a favore di telecamere ogni dieci giorni darebbe senz’altro buoni risultati elettorali alle europee… ma l’importante è che sia sempre rigorosamente a capocchia.

Una scientifica e metodica liberazione delle case popolari che i clan occupano abusivamente per creare i famigerati fortini di camorra con relative piazze di spaccio è infatti da scongiurare, che se dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza a ‘sti zulù gli leviamo pure quello di camorranza qua succede un 48! Da parte loro i boss subito dopo il blitz a capocchia hanno sì spostato la piazza di spaccio di Parco Verde di cento metri dai riflettori, ma per protesta si sono messi a sparacchiare pure loro a capocchia.

Show must go on e business pure. Nelle piazze di Napoli e provincia ci vengono a comprare al dettaglio e all’ingrosso da tutta Italia per un giro d’affari di svariati milioni di euro… per cui ai clan toccategli tutte le piazze di spaccio che volete, ma non il proibizionismo.