«La mia pratica è molto fluida. Lavoro con materiali del quotidiano. Uso suono, disegno, fotografia, video, scultura, performance… non c’è una materia o una tecnica che prevalga sull’altra», afferma Shilpa Gupta (è nata a Mumbai nel 1976, dove vive e lavora). Una dialettica incentrata sul rapporto tra visibile e invisibile, presenza e assenza, quella dell’artista indiana, in cui il pubblico è invitato a interagire esplorando nuove possibilità percettive. «È la mia storia, ma può essere anche la tua storia». Il tutto in una chiave socio-politica che analizza con la stessa determinazione passato e presente all’insegna della circolarità di idee e...