Gli studenti dello storico liceo romano Virgilio, oltre mille iscritti e una sede imponente in centro, hanno organizzato ieri mattina una conferenza stampa per spiegare il loro punto di vista sullo sgombero subito il giorno precedente. «È stata un’inutile prova di forza della presidenza, che ha deciso di chiedere l’intervento della polizia – dice Sebastiano, che frequenta il quinto anno – Avevamo già comunicato che saremmo usciti lunedì o martedì, pulendo l’edificio e rimettendo tutto a posto».

Quando all’alba di domenica mattina la Digos e alcune decine di agenti di polizia si sono presentati davanti al Virgilio occupato, la maggior parte degli studenti stava ancora dormendo. «Vogliamo parlare con un rappresentante», hanno detto a chi presidiava l’ingresso. In realtà, erano lì per sgomberare. Hanno tentato di forzare la porta, ma alla fine sono stati gli stessi ragazzi ad aprirla: «Volevamo evitare danni alla nostra scuola».

Il blitz si è concluso con l’identificazione di 48 minorenni e di 23 maggiorenni. La risposta allo sgombero non si è fatta attendere. Poche ore dopo 400 studenti si sono riuniti nei pressi del liceo e hanno improvvisato un corteo, avvicinandosi all’ingresso secondario per un’assemblea all’aperto lontano dai blindati fermi davanti al portone principale.
L’occupazione era iniziata domenica 28 ottobre. Di fatto la scuola ha funzionato in autogestione durante una settimana in cui sarebbe rimasta quasi sempre chiusa, tra il nubifragio che lunedì scorso si è abbattuto sulla capitale e il ponte dei morti. Il blocco delle lezioni e della segreteria ha riguardato soltanto due giorni.

«Interrompere le attività didattiche e amministrative è uno degli strumenti della protesta – continua Sebastiano – Ma fa sorridere chi sostiene che l’occupazione sia servita a saltare le lezioni. In questa settimana abbiamo organizzato moltissime attività di autoformazione, studiando insieme e approfondendo temi di attualità politica, durante giorni che sarebbero stati di vacanza. Rimanere a casa sarebbe stato più comodo».

Quella del Virgilio è la seconda tappa di una staffetta di occupazioni «politiche» che gli studenti delle scuole superiori romane stanno organizzando in netta opposizione al governo. Staffetta aperta dal liceo Mamiani, dove la protesta si è conclusa senza l’intervento della polizia e senza alcun problema. «Lo sgombero del Virgilio non fermerà la nostra mobilitazione – dicono gli studenti – Ci saranno nuove occupazioni e altri cortei contro quello che stanno facendo Lega e Movimento 5 Stelle».

Il 16 novembre, intanto, scenderanno di nuovo in piazza le organizzazioni studentesche nazionali, come l’Udu e la Rete della Conoscenza. Dopo le 50 piazze del 12 ottobre scorso, al centro delle manifestazioni tornerà la richiesta di rifinanziamento di scuola e università, questione praticamente assente dall’agenda di governo.