È durata poco la tregua estiva tra i movimenti e la Prefettura di Roma. Ieri gli occupanti del Cine Teatro Volturno hanno avuto un brutto risveglio.

A pochi passi dalla Stazione Termini a Roma, verso le 9, un nutrito spiegamento di carabinieri e polizia è entrato nella sala occupata per eseguire uno sgombero.

«Il comitato dell’ordine pubblico e della sicurezza di Roma ha rotto la tregua con i Movimenti» ha sostenuto il coordinamento cittadino di lotta per la casa in un comunicato con i «laboratori di cultura indipendente e a tutti i movimenti contro la precarietà e contro l’austerity». Lo sgombero di ieri del Volturno potrebbe essere «il preludio a un’estate di sgomberi».

Questo cine-teatro occupato sei anni fa è una sala storica della città, passata da teatro di varietà a sala cinema, per i finire i suoi giorni di attività come locale di spettacoli erotici. Poi la chiusura e l’acquisto da parte di Cecchi Gori, che voleva farci un bingo. Nel 2008 l’occupazione da parte del Coordinamento cittadino di lotta per la casa. Intanto la proprietà sarebbe passata di mano per arrivare alla Ferrero Cinema, proprietaria di diverse altre sale nella Capitale. Il Volturno ha ospitato spettacoli teatrali e concerti, ma anche assemblee e riunioni di tutta la città, vista la sua posizione centrale, oltre ad essere un punto di riferimento per le persone in emergenza abitativa.

«Sono anni che costruiamo cultura indipendente – racconta Claudio uno dei giovani del collettivo che gestisce lo spazio – a loro ci è voluto poco più di un’ora per distruggere tutto». «Abbiamo sentito rumori provenire dall’interno. Abbiamo chiesto di entrare – spiega – Una squadra di operai ha distrutto tutto: i sanitari, la cucina, i muri. Hanno distrutto opere di street art fatte l’anno scorso da artisti di tutto il mondo, gli interventi di riqualifica fatti dagli studenti di Architettura della Sapienza».

I movimenti parlano di un fatto «grave perché avviene all’indomani di una serie di incontri interistituzionali, all’interno dei quali era stato riconosciuto l’indiscutibile stato di emergenza sociale e abitativa in cui versa la città di Roma». Per questo hanno deciso di scendere in piazza domani da Piazza Indipendenza.

Dal fronte istituzionale al momento silenzio. L’amministrazione comunale ha chiarito più volte di «non volere gli sgomberi», ma più volte si è fatta sorprendere dalle decisioni. «Siamo di fronte alla resa della politica – spiega una delle occupanti del Volturno mentre arriva un camion per portare via ciò che si è salvato dalla distruzione – lo sgombero è stata una precipitazione senza nessuna trattativa con chi ha animato per anni uno spazio abbandonato».

Al centro di questa complessa partita sugli spazi sociali a Roma c’è il teatro Valle. Il Sindaco Ignazio Marino, dopo aver dichiarato la volontà di risolvere entro l’estate il dossier del teatro occupato dai precari dello spettacolo, sembra avere ammorbidito i toni in una recente intervista.

Fino ad oggi nessuna soluzione concreta è stata proposta gli occupanti che da parte loro insistono sull’affidamento della struttura alla Fondazione Teatro Valle Bene Comune, al cui statuto hanno lavorato in un lungo processo partecipato giuristi come Ugo Mattei e Stefano Rodotà. Gli occupanti hanno chiarito che sono pronti a resistere e di non aver nessuna intenzione di lasciare il Teatro Valle per un altro spazio «alternativo».

Mentre l’edizione 2014 dell’Estate Romana è ridotta al lumicino, le prossime settimane potrebbero essere ricordate più che per i concerti o per le iniziative culturali per gli sgomberi e la chiusura di importanti presidi di cultura e socialità.