L’ipotesi di reato è corruzione: avrebbero messo a disposizione i propri uffici di amministratori per pratiche su progetti edilizi che consentissero guadagni illeciti e assunzioni di amici e parenti. Ieri a Palermo arresti domiciliari per sette persone. Tra loro il capogruppo Pd Giovanni Lo Cascio, e quello di Italia viva Sandro Terrani. Il prefetto ha sospeso i due consiglieri. Congelata anche la nomina dell’ex vicesindaco Arcuri: non è indagato ma avrebbe una lunga familiarità con alcuni degli arrestati. Si accingeva a tornare in giunta. Il sindaco Orlando ha fatto un fulmineo passo indietro: ora la nomina di Arcuri diventa «inopportuna», anche se «noi abbiamo presentato il piano regolatore proprio per mettere ordine e dare regole al settore». L’inchiesta nasce dalla denuncia di un funzionario comunale e dalle rivelazioni di un pentitodi mafia, il costruttore Filippo Bisconti, boss di Belmonte Mezzagno.

Il commissario siciliano del Pd Losacco ha sospeso e poi espulso il consigliere dem. Ma la vicenda si abbatte sul partito siciliano, da anni in travaglio, e che si prepara all’elezione del segretario regionale con primarie riservate solo agli iscritti (la sfida è fra il franceschiniano Barbagallo e l’outsider Ferrante) e dei segretari provinciali.