Sesta proroga per i tempi di presentazione dell’offerta vincolante. Dopo che il prestito ponte arrivò alla terza proroga con Calenda. Basterebbero i numeri ordinali a certificare quanto la vicenda Alitalia sia intricata per ogni governo.
Lo stringente comunicato con cui ieri il Mise motiva la sesta proroga «al fine di permettere al consorzio acquirente di definire i dettagli del piano di rilancio della compagnia aerea» è molto simile agli ultimi due dei mesi scorsi.
Stefano Patuanelli eredita da Luigi Di Maio una situazione ben poco delineata sul salvataggio dell’ex compagnia di bandiera. La nuova scadenza è il 15 ottobre ed è figlia di un compromesso fra i soci della nuova Alitalia – con la capofila Fs che chiedeva più tempo per mettere a punto azionariato e piano industriale – e i commissari che volevano rispettare il 15 settembre.
In questo modo l’incontro con sindacati, associazioni professionali, commissari straordinari e Regione Lazio previsto domani alle 16 al Mise sarà l’ennesimo «tavolone» senza risposte e certezze. Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Usb e Cub chiedono come priorità il mantenimento degli attuali livelli occupazionali – circa 10.500 tempi indeterminati – preoccupati dalle sempre più insistenti voci che quantificano in 2 mila gli esuberi. Il tutto mentre il 23 settembre è previsto il tavolo per il rinnovo della cassa integrazione per il personale di terra: altri sei mesi fino allo scadere del commissariamento a marzo 2020 con numeri aumentati dagli attuali 800 a circa 1.180 lavoratori (di cui circa 200 a zero ore), numeri che i sindacati cercheranno di diminuire.
Quanto alla trattativa all’interno della cordata Fs, negli ultimi giorni il barometro è virato verso il sereno. Il nodo del ruolo di Alitalia nella joint venture transatlantica «Blue Skies» pare essere stato migliorato da Delta, mentre per le partecipazioni azionarie il gigante americano sembra intenzionato a salire rispetto al misero 10% finora previsto. L’individuazione dell’amministratore delegato, infine, è stata affidata ad una società di cacciatori di teste.
La rassicurazione più importante è arrivata nei giorni scorsi dal neo ministro dell’economia Roberto Gualtieri che, fugando i dubbi legati ai liberisti nel Pd, ha garantito la partecipazione del Mef nella newco – con una quota di circa il 15%, con i 145 milioni degli interessi del prestito ponte – confermando l’idea di un forte ruolo pubblico nel salvataggio.