Raffaello Matarazzo non è mai stato amato dalla critica italiana, con poche eccezioni, note ai «nostri lettori»: troppo cattolico e troppo autenticamente popolare per la critica di sinistra, e troppo erotico e trasgressivo, del genere «godiamoci il peccato ma poi puniamolo come si deve», per quella cattolica. Il Torino Film Festival ha compiuto quindi una doppia operazione: la proposta di due documentari che il nostro girò nel 1933 per la Cines Pittaluga e una copia a colori (definirla «restaurata» grida vendetta, quindi diciamo che è a colori, mentre a lungo ha circolato il b/n predisposto per le seconde visioni) de...